IL FUTURISMO

Storia dell’arte

 

Ø      LA PITTURA:

 

Il futurismo italiano come manifestazione artistico-culturale copre un periodo molto vasto che inizia nel1909 e si conclude, nella sua prima fase, definita eroica, nel 1918. Un secondo periodo parte dal dopoguerra e si protrae fino agli anni quaranta. Nei primi anni il movimento si batte per l’affermazione dei propri ideali espressi nel Manifesto apparso su “Le Figaro” nel 1909, firmato da Filippo Tommaso Martinetti. La pittura è la prima che scende in campo: il Manifesto dei pittori futuristi, esce l’11 febbraio 1910, firmato dai cinque rappresentanti del movimento: Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Gino Severini. Balla è un pittore postimpressionista e simbolista; Boccioni segue uno stile vario ed eclettico; Carrà si rivolge al realismo ottocentesco lombardo assieme a Severini e Russolo. Soltanto  a partire dal 1910 si cominciano a vedere opere realizzate secondo le nuove idee futuriste, come la Rissa in galleria di Boccioni, in cui si trovano espresse graficamente quelle caratteristiche del movimento sintetizzate nella frase che conclude il Manifesto: «Noi vogliamo […] rendere e magnificare la vita odierna, incessantemente, tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa».

In tutti i campi si è aperta una nuova realtà. I miti ottocenteschi devono essere distrutti senza pietà e i futuristi scelgono di coinvolgere attivamente il pubblico nella lotta, per mezzo di polemici manifesti e conferenze provocatorie. Oltre che dalle conquiste tecniche e scientifiche i futuristi sono colpiti dalla nuova realtà sociale che si sta sviluppando. Milano offre molte opportunità con la sua periferia industriale, le case operaie, le ciminiere: tutti soggetti spesso ritratti da Boccioni in quadri come Il rumore della strada entra in casa.

Dinamismo e simultaneità sono i caratteri principali del futurismo, intesi non solo in senso tecnologico, ma anche psicologico: l’uomo deve essere raffigurato non più immobile e frontale, ma secondo tutta la successione dei suoi moti sia interiori che esteriori. La simultaneità, in questo senso, viene perfettamente espressa da Balla nei dipinti Bambina che corre sul bancone e Dinamismo per un cane al guinzaglio. Anche Carrà rende bene questo concetto della simultaneità dei moti del corpo e dell’animo unita al dinamismo e al divisionismo nel quadro I funerali dell’anarchico Galli. Gino Severini riesce invece a creare emozioni particolari nello spettatore, il quale oltre che dai colori e dagli eleganti arabeschi, viene attratto dalla sua capacità di bloccare le  immagini come fossero istantanee scomposte e ricomposte una vicino all’altra.