Così è (se vi pare)
di Luigi Pirandello
Edizione
1918
Personaggi
Lamberto Laudisi
La Signora
Frola
Il Signor
Ponza, suo genero
La Signora
Ponza
Il Consigliere
Agazzi
La Signora
Amalia, sua moglie e sorella di Lamberto Laudisi
Dina, loro figlia
La Signora
Sirelli
Il Signor
Sirelli
Il Signor
Prefetto
Il Commissario
Centuri
La Signora
Cini
La Signora
Nenni
Un cameriere di casa Agazzi
Altri Signori e Signore
In un capoluogo di provincia
Oggi.
ATTO PRIMO
Salotto in casa del Consigliere Agazzi. Uscio comune
in fondo; usci laterali a destra e a sinistra.
SCENA PRIMA
La SIGNORA AMALIA, DINA, LAUDISI
Al levarsi della tela Lamberto Laudisi passeggia
concitatamente per il salotto. Svelto, elegante senza ricercatezza, sui
quaranta, indossa una giacca viola con risvolti e alamari neri; spirito arguto,
s'irrita facilmente; ma poi ride e lascia fare e dire, compiacendosi dello
spettacolo della sciocchezza altrui.
LAUDISI Ah,
dunque è andato dal Prefetto?
AMALIA (sui
quarantacinque, capelli grigi; ostenta una certa importanza, per il posto del
marito, ma lasciando intendere che, se stesse in lei, rappresenterebbe la sua
parte e si comporterebbe forse altrimenti). Oh Dio, Lamberto, ma si tratta
infine di un suo subalterno!
LAUDISI Ma
suo subalterno, scusa, alla Prefettura, non a casa!
DINA (diciannove
anni; una cert'aria di capir tutto meglio della mamma e anche del babbo, ma
attenuata, quest'aria, da una vivace grazia giovanile) È venuto ad allogarci la suocera qua
accanto, sullo stesso pianerottolo!
LAUDISI E non
era forse padrone? C'era un quartierino sfitto, e l'ha affittato per la
suocera. Che ha forse l'obbligo una
suocera di venire a ossequiare in casa la moglie e la figliuola d'un superiore
di suo genero?
AMALIA Ma no,
chi dice obbligo? Siamo andate noi, io e Dina, per le prime da questa signora,
e n o n s i a m o s t a t e r i c e v u t e - capisci?
LAUDISI E che
cosa è andato a fare adesso tuo marito dal Prefetto? A imporre d'autorità un
atto di cortesia?
AMALIA Un
atto di giusta riparazione! Perché non si lasciano due signore, così, davanti
alla porta.
LAUDISI
Soperchierie, soperchierie, prepotenze! O che non è dunque più permesso
alla gente di starsene per casa sua?
AMALIA Eh, se
tu non vuoi tener conto che l'atto di cortesia volevamo farlo noi per le prime
a una forestiera!
DINA Via,
zietto, calmati, via.... Come sei terribile! Sarà pure la curiosità.... Ma
scusa, non ti sembra naturale?
LAUDISI
Naturale, un corno! Non avete nulla da fare!
DINA Ma no,
guarda: metti che tu stia qua, scusa, zietto, senza la minima voglia di badare
a ciò che fanno gli altri attorno a te. - Bene. - Vengo io. E qua, proprio su
questo tavolinetto che ti sta davanti, ti colloco, con la massima serietà.... -
anzi no, con la faccia di quel signore lì, patibolare - che so, mettiamo; un
pajo di scarpe della cuoca.
LAUDISI Ma
che c'entra?
DINA
Aspetta... che posso dire? Un ferro da stiro.... che so, il mestolo....
il tuo pennello della barba.... - Posso far colpa a te della curiosità che con
tutte queste stramberie son venuta io stessa a suscitarti?
LAUDISI
Carina! - Hai ingegno tu; ma parli con me, sai? - Tu vieni a
posarmi qua sul tavolino le cose più strambe e disparate, appunto per suscitar
la mia curiosità; e certo - poiché l'hai fatto apposta - non puoi farmi colpa
se ti domando: - “Ma perché, cara, le scarpe della cuoca qui sopra?” - Dovresti
ora dimostrarmi che questo signor Ponza - villano e mascalzone, come lo chiama
tuo padre - sia venuto ad allogarci, ugualmente apposta, qua accanto, la
suocera!
DINA Non
l'avrà fatto apposta, va bene! Ma non puoi negare che questo signore è venuto a
stabilire in paese, sotto gli occhi di tutti, un cumulo di cose talmente
strambe da suscitar la curiosità naturalissima di tutta la gente. - Scusami. -
Arriva. - Prende a pigione un quartierino all'ultimo piano di quel casone
tetro, là, all'uscita del paese, su gli orti....- L'hai veduto? Dico, di
dentro?
LAUDISI Sei
forse andata a vederlo, tu?
DINA Sì
zietto! Con la mamma. E mica noi sole, sai? Tutti sono andati a vederlo. - C'è
un cortile interno, così bujo che pare un incubo, con una ringhiera di ferro in
alto in alto, lungo il ballatojo dell'ultimo piano; da cui pendono coi cordini
tanti panieri.....
LAUDISI E con
questo?
DINA (con
meraviglia e indignazione) Ha
relegato la moglie lassù!
AMALIA E la
suocera qua, accanto a noi!
LAUDISI In un bel quartierino, la suocera, in mezzo
alla città!
AMALIA
Grazie! E la costringe ad abitar divisa dalla figlia?
LAUDISI Chi
ve l'ha detto? E non può esser lei, invece, per avere maggior libertà?
DINA No, no!
che, zietto! Si sa che è lui!
AMALIA Ma
scusa, si capisce che una figliuola, sposando, lasci la casa della madre e vada
a convivere col marito, anche in
un'altra città. Ma che una povera madre, non sapendo resistere a viver
lontana dalla figliuola, la segua, e
nella città dove anche lei è forestiera, sia costretta a viverne divisa,
via ammetterai che questo no, non si
capisce più facilmente!
LAUDISI Già!
Che fantasie da tartarughe! Ci vuol tanto a immaginare che, o per colpa di lei,
o per colpa di lui, ci sia tale incompatibilità di carattere, per cui,
anche in queste condizioni. . .
DINA (interrompendo,
meravigliata) Come, zietto? Tra
madre e figlia?
LAUDISI
Perché tra madre e figlia?
AMALIA Ma
perché tra loro due, no! non sono sempre insieme, lui e lei!
DINA Suocera
e genero! È ben questo lo stupore di tutti !
AMALIA Viene
qua ogni sera, lui, a tener compagnia alla suocera.
DINA Anche di
giorno, viene, una o due volte.
LAUDISI
Sospettate forse che facciano all'amore, suocera e genero?
DINA No, roba
da ridere! È una povera vecchietta, lei!
AMALIA Ma non
le porta mai la figlia! non porta mai con sé, mai, mai, la moglie a vedere la
madre.
LAUDISI Sarà
malata quella poverina... non potrà uscire di casa...
DINA Ma che!
Ci va lei, la madre...
AMALIA Ci
va... sì! Per vederla da lontano! Si sa di causa e scienza che a questa povera
madre è proibito di salire in casa
della figliuola!
DINA Può
parlarle solo dal cortile!
AMALIA Dal
cortile, capisci!
DINA Alla
figliuola che s'affaccia dal ballatojo lassù, come dal cielo! Questa poveretta
entra nel cortile; tira il cordino del paniere; suona il campanello lassù; la
figliuola s'affaccia, e lei le parla di giù, da quel pozzo, tenendo la testa
.... così! Figurati!
Si sente picchiare all'uscio e si presenta il cameriere.
CAMERIERE
Permesso, signora?
AMALIA Chi è?
CAMERIERE I
signori Sirelli con un'altra signora.
AMALIA Ah,
fa' passare,
Il cameriere s'inchina e via.
SCENA SECONDA
I CONIUGI SIRELLI, La SIGNORA CINI, DETTI
AMALIA
(alla signora Sirelli) Cara signora!
SIGNORA SIRELLI
(grassoccia, rubizza, ancora giovine, piacente, parata con sovraccarica
eleganza provinciale, ardente d'irrequieta curiosità, aspra contro il marito ) Mi sono permessa di portarle la mia buona
amica, signora Cini, che aveva tanto desiderio di conoscerla.
AMALIA
Piacere, signora. - S'accomodino.
Fa le presentazioni
Questa è la mia figliuola Dina. - Mio fratello
Lamberto Laudisi
SIRELLI (calvo,
sui quaranta, grasso, ma con pretese d'eleganza, salutando) Signora, Signorina.
Stringe la mano a Laudisi.
SIGNORA SIRELLI
Ah, signora mia, noi veniamo qua come alla fonte. Siamo due povere
assetate di notizie.
AMALIA E
notizie di che, signore mie?
SIGNORA SIRELLI
Ma di questo benedetto nuovo segretario della Prefettura. Non si parla
d'altro in paese, creda, signora mia!
SIGNORA CINI
(vecchia goffa, piena di cupida malizia dissimulata con arie
d'ingenuità) Una curiosità abbiamo tutte!
AMALIA Ma
non ne sappiamo nulla più degli altri, noi, creda, signora!
SIRELLI (alla
moglie) Te l'ho detto? Ne sanno quanto me! Ne sanno forse meno di me! - la ragione per cui questa povera madre
non può andare a vedere in casa la figliuola, per esempio, la sanno loro, qual
è veramente?
AMALIA Ne
stavo parlando appunto con mio fratello....
LAUDISI Mi
sembrate impazziti tutti quanti!
DINA Perché il
genero, dicono, glielo proibisce.
SIGNORA CINI
Non basta, signorina!
SIGNORA SIRELLI
Non basta ! Fa di più !
SIRELLI Notizia
fresca appurata or ora:. - La tiene chiusa a chiave!
AMALIA La
suocera?
SIRELLI No,
signora: la moglie!
SIGNORA SIRELLI
La moglie! la moglie!
SIGNORA CINI
A chiave!
DINA
Capisci, zietto? Tu che vuoi scusare...
SIRELLI (stupito)
Come? Tu vorresti scusare quell'uomo?
LAUDISI Ma
non voglio scusare nient'affatto! Dico che la vostra curiosità (chiedo perdono
alle signore) è insoffribile, non foss'altro, perché inutile.
SIRELLI Come,
scusa?
LAUDISI
Inutile! - Inutile, signore mie!
SIGNORA CINI
Che si voglia venire a sapere?
LAUDISI Che
cosa, scusi? Che possiamo noi realmente sapere degli altri? chi sono...
come sono... ciò che fanno... perché lo fanno...
SIGNORA SIRELLI
E perché no? Chiedendo notizie, informazioni...
LAUDISI Ma se
c'è una che, per questa via, dovrebbe essere a giorno d'ogni cosa; quest'una,
scusi, dovrebbe proprio esser lei,
signora, con un marito come il suo, così informato sempre di tutto!
SIRELLI (cercando d'interrompere) Scusa, scusa...
SIGNORA SIRELLI
Ah no, caro, senti:
questa è la verità!
rivolgendosi alla signora Amalia:
La verità, signora mia: con mio marito che dice sempre
di saper tutto, io non riesco a sapere mai
niente.
SIRELLI
Sfido! Non si contenta mai di quello che le dico! Dubita sempre che una
cosa non sia come io gliel'ho detta.
Sostiene anzi che, come gliel'ho detta io,
non può essere. Arriva finanche a supporre di proposito il contrario!
SIGNORA SIRELLI
Ma abbi pazienza, se vieni a riferirmi certe cose...
LAUDISI
(ride forte) Ah ah ah... Permettete, signora? Rispondo io a suo
marito. Come vuoi, caro, che tua moglie si contenti delle cose che tu le
dici, se tu - naturalmente - gliele
dici come sono per te?
SIGNORA SIRELLI
Come assolutamente non possono essere!
LAUDISI Ah,
no, signora, perdono: qui ha torto lei! Per suo marito, stia sicura, le
cose sono come lui gliele dice.
SIRELLI Ma
come sono in realtà! come sono in realtà!
SIGNORA SIRELLI
Nient'affatto! Tu t'inganni continuamente!
SIRELLI
T'inganni tu, ti prego di credere! Non m'inganno io!
LAUDISI Ma
no, signori miei! Non v'ingannate nessuno dei due. Permettete? Ve lo dimostro.
- Tutt'e due, qua, vedete me. - Mi vedete, è vero?
SIRELLI Eh
sfido!
LAUDISI No
no. Vieni qua, vieni qua....
SIRELLI (gli s'appressa, sorridente, come per
prestarsi a uno scherzo) Perché?
LAUDISI Vedimi
meglio. Toccami. Così, bravo. - Tu sei sicuro di toccarmi come mi vedi, è vero?
SIRELLI
Direi....
LAUDISI Non
puoi dubitare di te, sfido! - Ora, scusi, venga qua lei, signora.... No no,
ecco, vengo io da lei....
Le si fa davanti, si piega su un ginocchio:
Mi vede, è vero? Alzi una manina; mi tocchi.... - Cara
manina!
SIRELLI
Ohè.... ohè....
LAUDISI Non
gli dia retta! -È sicura anche lei di toccarmi come mi vede? Non può dubitare
di lei. - Ma per carità, non dica a suo marito, né a mia sorella, né a mia
nipote, né alla signora qua, come mi vede, perché tutt'e quattro altrimenti le
diranno che lei s'inganna. Mentre lei
non s'inganna affatto! Perché io sono realmente come mi vede lei!
- Ma ciò no toglie che io sia anche realmente come mi vede suo marito, mia
sorella, mia nipote e la signora qua,
che anche loro non si ingannano affatto!
SIGNORA SIRELLI
E come, dunque, lei cambia dall'uno all'altro?
LAUDISI Ma
sicuro che cambio, signora mia! E lei no, forse? Non cambia?
SIGNORA SIRELLI
(precipitosamente) Ah no no
no no no. Le assicuro che per me io non cambio affatto!
LAUDISI E neanch'io per me, creda! E dico
che voi tutti v'ingannate se non mi vedete come mi vedo io! Ma ciò non toglie che non sia una bella
presunzione tanto la mia che la sua, cara signora.
SIRELLI Ma
che ci ha da vedere tutto questo, scusa?
LAUDISI Come
no? Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e
le cose per se stessi fossero così o così....
SIGNORA SIRELLI
Ma secondo lei allora non si potrà mai sapere la verità?
SIGNORA CINI
Se non dobbiamo più credere neppure a ciò che si vede e si tocca!
LAUDISI Ma
sì, ci creda, signora! Perciò le dico: rispetti ciò che vedono e toccano gli
altri, anche se sia il contrario!
SIGNORA SIRELLI
Oh, senta! io le volto le
spalle e non parlo più con lei! Non voglio impazzire!
LAUDISI No,
no: basta! Seguitate, seguitate a parlare della Signora Frola e del signor Ponza suo genero - non v'interrompo più.
AMALIA Ah,
Dio sia ringraziato! E faresti meglio, caro Lamberto, se te ne andassi di là!
DINA Di là; di
là, zietto.... sì, sì....
LAUDISI
Perché? No. Mi diverto a sentirvi parlare. Starò zitto, non dubitate. Al
più - se permettete - farò qualche
risata.
SIGNORA SIRELLI
E dire che noi eravamo venute per sapere... - Ma scusi: suo marito,
signora, non è un superiore di questo signor Ponza?
AMALIA Altro
è l'ufficio, altro la casa, signora.
SIGNORA SIRELLI
Capisco, già! - Ma loro non hanno neppure tentato di vedere la suocera
qua accanto?
DINA Altro
che! Due volte, signora!
SIGNORA CINI Ah dunque.... dunque loro le hanno
parlato?
AMALIA Non
siamo state ricevute, signora mia!
SIRELLI, SIGNORA SIRELLI, SIGNORA
CINI Oh! oh! - Come! - Come mai!
DINA Anche
questa mattina...
AMALIA La
prima volta restammo più d'un quarto d'ora dietro la porta. Nessuno venne ad
aprirci, e non si poté neppure lasciare un biglietto di visita.... Siamo
tornate oggi...
DINA (Con
un gesto colle mani che esprime
spavento) È venuto ad aprirci lui!
SIGNORA SIRELLI
È la faccia.... già! La faccia di quest'uomo che sconcerta tutto il
paese! E poi, così, vestito di nero... Sono tutti e tre vestiti di nero, anche
la signora, è vero? la figlia?
SIRELLI (con fastidio) Ma se la figlia non l'ha
mai veduta nessuno! Te l'ho detto mille volte! sarà vestita di nero anche
lei... - Sono d'un paesello della Marsica
- lo sanno questo?
AMALIA Sì;
distrutto, pare, totalmente....
SIRELLI Di
pianta, raso al suolo, dal terremoto.
DINA Hanno
perduto tutti i parenti, si dice....
SIGNORA CINI (con
ansia di riattaccare il discorso interrotto) Bene; dunque dunque... - ha
aperto lui?
AMALIA Appena
me lo sono veduto davanti, con quella faccia, non mi son più trovata in gola la
voce per dirgli che venivamo per una
visita alla suocera. Niente, sa? neanche un ringraziamento.
DINA No, per
questo, fece un inchino....
AMALIA Ma
appena ..... così col capo.
DINA Gli
occhi, piuttosto, devi dire! Quelli sono gli occhi d'una belva, non d'un uomo.
SIGNORA CINI E allora? Che ha detto allora?
DINA Tutto
imbarazzato....
AMALIA - tutto
arruffato, ci ha detto che la suocera era indisposta... che ci ringraziava
dell'attenzione... e rimase lì su la soglia, in attesa che ci
ritirassimo....
DINA Che
mortificazione!
SIRELLI Un
vero sgarbo! Ma può esser sicura che è lui, sa? Forse terrà sotto chiave anche
la suocera!
SIGNORA SIRELLI
Ci vuol coraggio! Con una signora,
moglie d'un suo superiore!
AMALIA Ah, ma
mio marito, sa, l'ha presa come una grave mancanza di riguardo ed è andato a
rinzelarsene fortemente col Prefetto, pretendendo una riparazione.
DINA Oh,
giusto, eccolo qua, il babbo!
SCENA TERZA
II CONSIGLIERE AGAZZI, DETTI, CAMERIERE.
AGAZZI (cinquant'anni,
rosso di pelo, arruffato, con barba, occhiali d'oro, autoritario e dispettoso) Oh,
caro Sirelli....
S'appressa al canapè, s'inchina a stringe la
mano alla signora Sirelli.
Signora....
AMALIA
(presentandolo alla signora Cini) Mio marito - la Signora
Cini.
AGAZZI (s'inchina,
stringe la mano) Lietissimo....
Poi, rivolgendosi
alla moglie e alla figlia:
Vi avverto che sarà qui a momenti la Signora Frola.
SIGNORA SIRELLI
(battendo le mani, esultante) Ah, verrà? verrà qui?
SIRELLI (ad
Agazzi, stringendogli la mano, compreso d'ammirazione) Bravo, caro! Hai fatto bene a importi!
AGAZZI Ma
per forza, scusate! Potevo tollerare che fosse fatto uno sgarbo così patente alla mia casa?
SIRELLI Ma
sì! Dicevamo questo appunto!
SIGNORA SIRELLI
E sarebbe stato bene cogliere quest'occasione....
AGAZZI (prevenendo)
Per far notare al Prefetto tutto ciò che si dice in paese sul riguardo di
questo signore? Eh, non dubiti: l'ho
fatto!
SIRELLI Ah,
bene! bene!
SIGNORA CINI
Cose inesplicabili! veramente inconcepibili!
AMALIA
Selvagge addirittura! Ma sai che le tiene chiuse a chiave tutt'e due!
DINA No,
mamma - per la suocera ancora non si sa!
SIGNORA SIRELLI
Ma la moglie, è certo!
SIRELLI E il
Prefetto?
AGAZZI Sì...
Eh... ne è rimasto molto... molto impressionato...
SIRELLI Ah,
meno male!
AGAZZI Erano arrivate anche a lui delle voci.... Vede anche lui adesso
l'opportunità di chiarire questo mistero, di venire a sapere la verità....
LAUDISI (ride
forte) Ah! ah! ah! ah!
AMALIA Non ci
manca proprio, adesso, che la tua risata.
AGAZZI E
perché ride?
SIGNORA SIRELLI
Ma perché dice che non è possibile scoprire la verità!
SCENA QUARTA
CAMERIERE, DETTI poi la SIGNORA FROLA
CAMERIERE (presentandosi
sulla soglia dell'uscio e annunziando) Permesso? La Signora Frola.
SIRELLI Oh!
Eccola qua.
AGAZZI
Vedremo adesso se non è possibile!
SIGNORA SIRELLI
Benissimo! Ah, sono proprio contenta!
AMALIA (alzandosi) La facciamo passare?
AGAZZI No,
ti prego, siedi. Aspetta che entri.
Al cameriere
Fa' passare
Il cameriere, via. Entra poco dopo la Signora Frola e
tutti si alzano. La Signora Frola è una vecchina linda, modesta, affabilissima,
con una grande tristezza negli occhi, ma costantemente smorzata dolce sorriso
sulle labbra. La signora Amalia si fa avanti e le porge la mano.
AMALIA Favorisca,
signora
Tenendola per mano, fa le presentazioni:
La Signora Sirelli, mia buona amica. - La signora
Cini. - Mio marito. - Il signor Sirelli - La mia figliuola - Mio fratello Lamberto Laudisi. -
S'accomodi, signora.
SIGNORA FROLA
Sono dolente e chiedo scusa d'aver mancato fino ad oggi al mio dovere. -
Lei, signora, con tanta degnazione mi
ha onorata d'una visita, quando toccava a me di venire per la prima.
AMALIA Tra
vicine, signora, non si sta attente a chi tocchi prima. Tanto più che lei, stando
qui, sola, forestiera, chi sa, poteva aver bisogno...
SIGNORA FROLA
Grazie, grazie... troppo buona...
SIGNORA SIRELLI
La signora è sola in paese?
SIGNORA FROLA
No, ho una figlia maritata: venuta anche lei che è poco qui.
SIRELLI Il
genero della signora è il nuovo segretario della Prefettura - il signor Ponza,
è vero?
SIGNORA FROLA
Appunto, sì. E il signor Consigliere vorrà scusarmi, spero, e scusare
anche mio genero....
AGAZZI Per
dirle la verità, signora, io mi sono avuto un po' a male -
SIGNORA FROLA
(interrompendo) Ha ragione, ha ragione! Ma lei deve scusarlo!
Siamo ancora tutti così scombussolati, creda, dalla nostra disgrazia.
AMALIA Ah,
già.... loro ebbero quel gran disastro....
SIGNORA SIRELLI
Hanno perduto parenti?
SIGNORA FROLA
Oh, tutti... - Tutti, signora mia. Del nostro paesello non è rimasto
niente, altro che mucchio di rovine....
SIRELLI
Già.... s'è saputo.....
SIGNORA FROLA
Io non avevo più che una sorella, con una figliuola anche lei, ma nubile.
Per il mio povero genero la sciagura fu assai più grave. La madre, due
fratelli, una sorella, e poi cognato, cognate, due nipotini.
SIRELLI
Un'ecatombe!...
SIGNORA FROLA
E sono sciagure per tutta la vita! Si resta come stordite!...
AMALIA Oh certo
!
SIGNORA SIRELLI
Da un momento all'altro.... C'è da impazzire!
SIGNORA FROLA
Non si pensa più a nulla. Si manca senza volerlo, signor Consigliere.
AGAZZI Oh
basta - prego, signora....
AMALIA Anche
in considerazione di questa sciagura, io e la mia figliuola eravamo venute per
le prime.
SIGNORA SIRELLI
(friggendo) Già.... sapendo così sola la signora! -
Benché.... - mi perdoni, signora, se oso domandarle come va che, avendo qua la
figliuola, dopo una sciagura come questa, che... mi sembra... dovrebbe far
nascere nei superstiti il bisogno di
star tutti uniti -
SIGNORA FROLA
Io me ne stia così sola, è vero?
SIRELLI Già,
ecco, pare strano, per essere sinceri.
SIGNORA FROLA
Eh, lo capisco... Ma... sa, io son d'avviso che, quando un figliuolo o
una figliuola sposano, si debbano lasciare in libertà....
LAUDISI
Benissimo! Giustissimo! A farsi la loro vita, che dev'essere per forza
un'altra, nelle nuove relazioni con la moglie o col marito.
SIGNORA SIRELLI
Ma non fino al punto, scusi Laudisi, da escludere dalla propria vita
quella della madre!
LAUDISI Che
c'entra escludere? Qui si tratta - se ho inteso bene - della madre che
comprende che la figliuola non può e non deve rimanere legata a lei come prima,
avendo ora un'altra vita per sé.
SIGNORA FROLA
(con viva riconoscenza)
Ecco, sì .... sì, grazie! È proprio così, signore!
SIGNORA CINI
Ma la sua figliuola, certamente, m'immagino, verrà, verrà qui spesso a
tenerle compagnia.
SIGNORA FROLA
(tra le spine)
Già...sì...ci vediamo, certo...
SIRELLI (subito) Non esce mai di casa, però, la sua
figliuola! Almeno, nessuno l'ha mai veduta!
SIGNORA CINI
Avrà forse dei piccini, a cui badare....
SIGNORA FROLA
(subito) No, nessun
figliuolo, ancora. E forse, ormai, non ne avrà più. Sono già sette anni che è
sposata. Ha da fare, in casa, certo....- Ma non è per questo... Noi sa? - noi
donne - siamo abituate, nei piccoli paesi, a star sempre in casa.
AGAZZI Anche
quando c'è la mamma da andare a vedere? la mamma che non sta più con noi?
AMALIA Ma la
signora andrà lei a vedere la figliuola!
SIGNORA FROLA
(subito).Ah, certo! Come no? Una o due volte al giorno ci
vado....
SIRELLI E
sale, una, due volte al giorno, tutte quelle scale, fino all'ultimo piano di
quel casone?
SIGNORA FROLA
(smorendo, tentando ancora di volgere in riso il supplizio di
quest'interrogatorio) Eh.... no.... non salgo, veramente.... Ha ragione,
signore: sarebbero troppe per me.... Non salgo.... La mia figliuola s'affaccia
dalla parte del cortile e... e ci vediamo, ci parliamo....
SIGNORA SIRELLI
Cosi soltanto? Oh! Non la vede mai da vicino?
DINA Io
figlia, non pretenderei che mia madre salisse per me ogni giorno novanta, cento
scalini; ma non potrei resistere, non potrei contentarmi di vederla, di
parlarle così, da lontano, dall'alto, senza abbracciarla, senza sentirmela
vicina....
SIGNORA FROLA
(vivamente turbata, imbarazzata) Ha ragione.... Eh sì....
ecco.... bisogna che io dica.... Non
vorrei che loro pensassero della mia figliuola ciò che non è; che abbia per me
poco affetto, poca considerazione.... E anche di me che sono la mamma...
Novanta, cento scalini non possono essere impedimento a una madre, sia pur
vecchia e stanca, quando si tratti di stringersi al cuore la propria figliuola?
SIGNORA SIRELLI
(trionfante) Ah, ecco! Lo dicevamo noi, signora! Ci dev'essere
una ragione!
AMALIA (con
intenzione) C'è, vedi, Lamberto? c'è una ragione!
SIRELLI (pronto)
Suo genero, eh?
SIGNORA FROLA
Oh, ma per carità, non pensino male di lui! È un così bravo giovine!
Buono, buono... Lor signori non possono
immaginarsi quanto sia buono! Che affetto tenero e delicato, pieno di premure,
abbia per me! E non dico l'amore e le cure che ha per la mia figliuola. Ah,
credano, che non avrei potuto desiderare per lei un marito migliore!
SIGNORA SIRELLI
Ma... allora?...
SIGNORA CINI
Non sarà lui, allora, la ragione!
AGAZZI Ma
certo! Non mi sembra almeno possibile ch'egli proibisca alla moglie di andare a
trovar la madre, o alla madre di salire in casa per stare un po' insieme con la
figliuola!
SIGNORA FROLA
Proibire, no! Chi ha detto proibire? Siamo noi, signor Consigliere, io e
mia figlia che ce ne asteniamo, spontaneamente, creda, per un riguardo a lui.
AGAZZI E
come, scusi, di che potrebbe offendersi lui? Non vedo....
SIGNORA FROLA
Non offendersi, signor Consigliere.... È un sentimento... - un
sentimento, signore mie, difficile forse a intendere..... Quando si sia inteso,
però, non più difficile - credano - a compatire, quantunque importi senza
dubbio un sacrifizio non lieve, tanto a me, quanto alla mia figliuola....
AGAZZI
Riconoscerà almeno che è strano, signora....
SIRELLI
Già.... e tale da suscitare e da legittimare la curiosità.
AGAZZI Ma
anche, diciamo, qualche sospetto....
SIGNORA FROLA
Contro di lui? No, per carità, non dica! Che sospetto, signor
Consigliere?
AGAZZI
Nessuno! Non si turbi.... Dico che si potrebbe sospettare....
SIGNORA FROLA
No, no! E di che? Se il nostro accordo è perfetto! Siamo contente,
contentissime, tanto io, quanto la mia figliuola.
SIGNORA SIRELLI
Ma è gelosia forse?
SIGNORA FROLA
Per la madre? Gelosia? Non credo che si possa chiamare così.... benché,
non saprei, veramente.... Ecco: egli vuole tutto, tutto per sé, assolutamente,
il cuore della moglie, fino al punto che anche l'amore che la mia figliuola
deve avere per la sua mamma (e l'ammette, come no? altro!) ma vuole che mi
arrivi attraverso lui, per mezzo di lui, ecco!
AGAZZI Oh! Ma
scusi! Mi sembra una crudeltà bella e buona, codesta!
SIGNORA FROLA
No, no.... non crudeltà.... non dica crudeltà, signor Consigliere! È
un'altra cosa, creda! Non riesco a esprimermi... - Natura, ecco.... ma no...
forse, una specie di malattia, come dire? È una pienezza di amore - chiusa -
ecco! una totalità esclusiva d'amore, nella quale la moglie deve vivere, senza
mai uscirne, e nella quale nessun altro deve entrare!
DINA Neppure
la madre?
SIRELLI Un
bell'egoismo, direi!
SIGNORA FROLA
Forse. Ma un egoismo che si dà tutto, come un mondo, alla propria donna!
- Egoismo, in fondo, sarebbe forse il mio, a voler forzare questo mondo chiuso
d'amore, a volermici per forza introdurre, quando so che la mia figliuola è felice; così adorata.... Questo
a una madre, signore mie, deve bastare, non è vero? - Del resto, se io la vedo
la mia figliuola e le parlo...
con graziosa mossa confidenziale:
Il panierino che vado a tirare là nel cortile, porta
su e giù, sempre, due paroline di lettera, con le notizie della giornata.... -
Mi basta questo. - E ormai, già mi sono abituata.... Rassegnata, là.... se vogliono.... Non ne soffro più.
AMALIA Eh....
dopo tutto.... se son contente loro....
SIGNORA FROLA
(alzandosi) Oh, sì! gliel'ho detto.... Perché è tanto buono -
credano! Come non potrebbe essere di più! - Abbiamo ognuno le nostre debolezze,
è vero? e bisogna che ce le compatiamo a vicenda.
Saluta la signora Amalia.
Signora....
Saluta le signore Sirelli e Cini, poi Dina; poi
rivolgendosi al Consigliere Agazzi:
Mi avrà scusato...
AGAZZI Oh,
signora, che dice! Le siamo gratissimi della visita....
SIGNORA FROLA
(stringe la mano a Sirelli e a Laudisi, poi volgendosi alla signora
Amalia) No prego... stia, stia, signora...non s'incomodi...
AMALIA Ma no,
è mio dovere, signora.
La Signora Frola esce, accompagnata dalla signora
Amalia, che rientra poco dopo.
SIRELLI Ma
che! ma che! Vi siete contentati della spiegazione?
AGAZZI Ma che
spiegazione? dove? Qua ci deve esser sotto chi sa che mistero!
SIGNORA SIRELLI
E chi sa cosa deve soffrire quel povero cuore di madre!
DINA Ma anche
la figliuola, Dio mio!
SIGNORA CINI
Le lagrime le tremavano nella voce !
AMALIA Già!
quando ha detto che altro che cento scalini salirebbe, pur di stringersi al
cuore la figliuola!
LAUDISI Io
per me ho notato soprattutto un impegno, uno studio di guardare da ogni
sospetto il genero!
SIGNORA SIRELLI
Ma che! Dio mio, ma se non sapeva neanche come scusarlo!
SIRELLI Ma che scusare! la violenza? la barbarie?
SCENA QUINTA
CAMERIERE, DETTI poi il SIGNOR PONZA
CAMERIERE (presentandosi
sulla soglia) Signor Commendatore, c'è il signor Ponza che chiede d'essere
ricevuto.
SIGNORA SIRELLI
Oh! Lui!
Sorpresa generale e movimento di curiosità ansiosa,
anzi quasi di sbigottimento.
AGAZZI Ha
chiesto di me?
CAMERIERE
D'esser ricevuto - ha detto soltanto così.
SIGNORA SIRELLI
Per carità, lo riceva qua, Commendatore! - Ho quasi paura; ma una grande
curiosità di vederlo davvicino, questo mostro!
AMALIA Ma che
vorrà?
AGAZZI
Sentiremo.
Al cameriere
Fallo passare.
Il cameriere s'inchina, e via. Entra poco dopo il
signor Ponza. Tozzo, bruno, dall'aspetto quasi truce, tutto vestito di nero,
capelli neri, fitti, fronte bassa, grossi mustacchi neri da questurino; stringe
continuamente le pugna e parla con sforzo, anzi con violenza a stento
contenuta. Di tratto in tratto si asciuga il sudore con un fazzoletto listato
di nero. Gli occhi, parlando, gli restano costantemente duri, fissi, tetri.
AGAZZI Venga,
venga avanti, signor Ponza!
Presentandolo
Il segretario signor Ponza: la mia signora - la
signora Sirelli - la signora Cini - la mia figliuola - il signor Sirelli -
Laudisi, mio cognato. - S'accomodi.
PONZA Grazie.
Un momento solo, e tolgo l'incomodo.
AGAZZI Vuol
parlare da solo con me?
PONZA
Posso... posso anche davanti a tutti.... - Anzi... - È...è una
dichiarazione doverosa, da parte mia....
AGAZZI Oh, ma
se è per la visita della sua signora suocera, può farne a meno, sa? Perché....
PONZA Non è
per questo, signor Commendatore. Tengo anzi a dichiarare che la Signora Frola,
mia suocera, sarebbe venuta senza dubbio prima che la sua signora e la
signorina avessero la bontà di degnarla d'una loro visita, se io non avessi
fatto di tutto per impedirglielo, non potendo assolutamente tollerare che ella
faccia visite o ne riceva.
AGAZZI (con
fiero risentimento) Ma perché, scusi?
PONZA (alterandosi
sempre più, non ostante gli sforzi per contenersi) Mia suocera avrà parlato
a lor signori della sua figliuola, è vero? Avrà detto loro che io le proibisco
di vederla, di salire in casa mia?
AMALIA Ma no,
creda! La signora è stata piena di riguardo e di bontà per lei!
DINA Non ha
detto di lei altro che bene!
AGAZZI E che
s'astiene lei, di salire in casa dalla figliuola, per un riguardo a un suo
sentimento, che noi francamente le diciamo di non comprendere....
SIGNORA SIRELLI
Anzi, se dovessimo dire proprio ciò che ne pensiamo...
AGAZZI Ma sì,
ci è parsa una crudeltà, ecco! una vera crudeltà!
PONZA Sono
qua appunto per chiarir questo, signor Commendatore. La condizione di questa
donna è pietosissima. Ma non meno pietosa è la mia, anche per il fatto che mi
obbliga a scusarmi.... a far qui davanti a loro una dichiarazione, che
soltanto...soltanto una violenza come questa poteva costringermi a fare.
Si ferma un momento a guardare tutti, poi dice lento e
staccato:
La signora
Frola è pazza.
TUTTI Pazza?
PONZA Da
quattro anni.
SIGNORA SIRELLI
Oh Dio, ma non pare affatto!
AGAZZI Come,
pazza?
PONZA Non
pare, ma è pazza. E la sua pazzia consiste appunto nel credere che io non
voglia farle vedere la figliuola.
Con orgasmo d'atroce e quasi feroce commozione
Quale figliuola, in nome di Dio, se è morta da quattro
anni la sua figliuola?
TUTTI (trasecolati)
Morta? - Oh!... - Come? - Morta?
PONZA Da
quattro anni. È impazzita proprio per questo.
SIRELLI Ma
dunque, quella che lei ha con sé....
PONZA L'ho
sposata da due anni. È la mia seconda moglie.
AMALIA E la
signora crede che sia ancora la sua figliuola?
PONZA È
stata, se così può dirsi, la sua fortuna. Quando, dalla finestra della stanza
dove la tenevano custodita, mi vide passare per via, la prima volta, con questa
mia seconda moglie, si mise improvvisamente a ridere, a piangere, a tremar
tutta di felicità: volle rivedere la sua figliuola, viva, in questa mia seconda
moglie, e scampò dallo stato di tetra disperazione in cui era prima caduta in
quest'altra forma di pazzia, lucida, che consiste appunto nel credere che non è
vero che la sua figliuola è morta , ma che sono io che voglio tenermela tutta
per me e non voglio più fargliela vedere. Si rianimò tutta; si calmò d'un
tratto; è quasi come guarita.... - tanto che - lor signori l'hanno veduta,
l'hanno sentita parlare - non sembra affatto.
AMALIA
Affatto! Affatto!
SIGNORA SIRELLI
Dice che è contenta così....
PONZA Lo dice
a tutti. E è per me, veramente, piena di affetto e gratitudine.... Perché
credano che io faccio di tutto per assecondare, anche a costo di gravi
sacrifizii, questa pietosa follìa..... Mi tocca tener due case; obbligo mia
moglie, che per fortuna si presta caritatevolmente, a secondare anche lei la
follia..... S'affaccia alla finestra, le parla, le scrive.... - Ma, carità,
ecco, dovere.... fino a un certo punto, signori! Non posso costringere mia
moglie a convivere con lei.... Intanto è come in carcere, quella disgraziata,
chiusa a chiave, per paura che ella le entri in casa. È tranquilla, sì, e così
mite, d'indole.... - ma, capiranno.... farebbero raccapriccio a mia moglie le
carezze.... sarebbero anche uno strazio....
AMALIA Ah,
certo.... povera signora, immaginiamoci!
SIGNORA SIRELLI
È dunque lei, la signora, che vuol essere chiusa a chiave....?
PONZA Signor
Commendatore, intenderà che io non potevo permettere, se non forzato, questa
visita.
AGAZZI Ah,
intendo ora perfettamente, e mi spiego tutto!
PONZA Chi ha una sventura come questa, deve starsene
appartato. Costretto a far venire qua mia suocera, era mio obbligo fare innanzi
a loro questa dichiarazione, non potendo, da pubblico funzionario, per rispetto
al posto che occupo, permettere che si creda di me, in paese, una cosa così
disumana: che io, cioè, per gelosia o per altro, impedisca a una povera madre
di veder la propria figliuola.
Si alza.
Chiedo scusa alle signore d'averle involontariamente
turbate....
S'inchina.
Signor Commendatore!
S'inchina. Davanti a Laudisi e Sirelli chinando il
capo:
Signori....
S'inchina e via per l'uscio comune.
AMALIA (sbalordita)
Uh.... è pazza, dunque !
SIGNORA SIRELLI
Povera signora! Pazza....
DINA Ecco la
ragione, dunque.... Non poteva spiegarsi altrimenti!
SIGNORA CINI
Ma chi l'avrebbe mai pensato!
AGAZZI
Eppure... eh! dal modo come parlava....
LAUDISI Tu avevi già capito?
AGAZZI No...
ma, certo che... non sapeva lei stessa come dire....
SIGNORA SIRELLI
Sfido, poverina.... non ragiona!
SIRELLI Però,
scusate.... è strano, per una pazza.... - (non ragionava, certo!) - Ma questo
cercar di farsi una ragione per cui il genero le impedisce di veder la
figliuola.... scusarlo.... adattarsi a queste scuse trovate da lei stessa....
AGAZZI Già, ma
è appunto questa la prova che è pazza! In questo scusare il genero.... che poi
non lo scusava affatto....
AMALIA Sì!
diceva e non diceva....
AGAZZI
Precisamente! Se non fosse pazza, scusa, potrebbe accettar quelle scuse,
queste condizioni di non veder la figliuola se non da una finestra?
SIRELLI E da
pazza le accetta? Vi si rassegna? Eh....mi sembra strano....
A Laudisi.
Tu che ne dici?
LAUDISI Io?
Niente!
SCENA SESTA
CAMERIERE, DETTI, poi la SIGNORA FROLA
CAMERIERE (picchiando
all'uscio e presentandosi sulla soglia, turbato) Permesso? C'è di nuovo la
Signora Frola.
AMALIA (con
sgomento) Oh Dio, e adesso.... se non possiamo più levarcela d'addosso?....
SIGNORA SIRELLI
Eh, capisco.... a saperla pazza!
SIGNORA CINI
Dio, Dio.... Chi sa che verrà a dire ora?
SIRELLI Io
sarei curioso di sentirla ancora....
DINA Ma sì,
mamma.... Non c'è da aver paura.... è così tranquilla....
AGAZZI
Bisognerà riceverla, certo. Sentiamo che cosa vuole. Nel caso, si
provvederà....
Al cameriere.
Fa' passare
Il cameriere si ritira.
AMALIA Ma
ajutatemi per carità.... Io non so più come parlarle adesso....
Entra la Signora Frola La signora Amalia si alza e le
viene incontro; gli altri la guardano sgomenti.
SIGNORA FROLA
Permesso?
AMALIA Venga,
venga avanti, signora.... Sono qua ancora le mie stesse amiche....
SIGNORA FROLA
(con mestissima affabilità, sorridendo) Che mi guardano... e
anche lei, mia buona signora, come una povera pazza, è vero?
AMALIA No,
signora - che dice?
SIGNORA FROLA
Abbiano pazienza un momento (con profondo rammarico) Ah, meglio
lo sgarbo, signora, di lasciarla dietro la porta, come feci la prima volta! Non
avrei mai supposto che lei dovesse ritornare e costringermi a questa visita, di
cui purtroppo avevo previsto le conseguenze!
AMALIA Ma no
- perché?
DINA Quali
conseguenze, signora?
SIGNORA FROLA
Non è uscito di qua or ora mio genero?
AGAZZI Ah,
sì.... - Ma è venuto... è venuto, signora, per parlare a me di.... certe cose
d'ufficio....
SIGNORA FROLA
(ferita, costernata)
Eh.... codesta pietosa bugia che ella mi dice per tranquillarmi....
AGAZZI No no,
signora, stia sicura.... le dico la verità....
SIGNORA FROLA
(ferita, costernata) Era calmo, almeno? Ha parlato calmo ?
AGAZZI Ma sì,
calmo, calmissimo - è vero?
Tutti annuiscono, confermano.
SIGNORA FROLA
Oh Dio, signori, loro credono di rassicurare me, mentre vorrei io, al
contrario, rassicurar loro sul conto di lui!
SIGNORA SIRELLI
E su che cosa, signora? Ma no, creda....
AGAZZI Se ha
parlato con me di cose d'ufficio....
SIGNORA FROLA
Ma io vedo come mi guardano.... Abbiano pazienza! Non si tratta di me! -
Dal modo come mi guardano, m'accorgo ch'egli è venuto qua a dar prova di ciò
che io per tutto l'oro del mondo non avrei mai rivelato! Mi sono tutti
testimonii che poc'anzi io qua, alle loro domande che - credano - sono state per
me molto crudeli, non ho saputo come rispondere.... ho dato loro di questo
nostro modo di vivere una spiegazione che non può soddisfare nessuno, lo so! Ma
potevo dirne loro la vera ragione? O potevo dir loro - come va dicendo lui -
che la mia figliuola è morta da quattr'anni e
che io sono una povera pazza che la crede ancora viva e che lui non me
la vuol far vedere?
AGAZZI (stordito
dal profondo accento di sincerità con cui la signora Frola ha parlato)
Ah... ma come? La sua figliuola?
SIGNORA FROLA
(subito, con ansia costernata) Vedono che è vero? Perché vogliono
negarlo? Ha detto loro così, è vero?
SIRELLI (esitando,
ma studiandola) Sì.... difatti.... ha detto....
SIGNORA FROLA
Ma lo so! E so quale turbamento gli cagiona il vedersi costretto a dir
questo di me! - È una disgrazia, signor Consigliere, che con tanti stenti,
attraverso tanti palpiti e tanti dolori, s'è potuta superare - ma così, a patto
di vivere come viviamo.... Purtroppo, capisco, deve dar nell'occhio alla gente,
provocare scandalo, sospetti.... Ma d'altra parte, se lui è un ottimo
impiegato, zelante, scrupoloso.... Lei lo avrà già sperimentato, certo....
AGAZZI No....
per dir la verità, ancora....
SIGNORA FROLA
Per carità non creda alle apparenze! - È ottimo - lo hanno dichiarato
tutti i suoi superiori! E perché si deve allora tormentarlo con questa indagine
della sua vita familiare, della sua disgrazia - ripeto - già superata e che - a
rivelarla - potrebbe comprometterlo nella carriera?
AGAZZI Ma no, signora, non s'affigga così.... Nessuno vuol
tormentarlo.... Che compromissione?
SIGNORA FROLA Dio mio, come vuole che non m'affligga nel vederlo costretto a
dare a tutti una spiegazione.... assurda, via, inverosimile.... Possono loro
credere sul serio che la mia figliuola è morta? che io sia pazza? che questa
che ha con sé è una seconda moglie? - Ma è un bisogno, credano.... è un bisogno per lui! - Gli s'è potuto ridar
la calma, la fiducia, solo a questo patto. Si eccita solo, si sconvolge tutto,
quando è costretto a parlarne, perché sente lui stesso la violenza che fa, a
dir certe cose - lo avranno veduto....
AGAZZI Sì, difatti... difatti era eccitato....
SIGNORA SIRELLI O Dio, ma come?... ma allora - è lui?
SIRELLI Ma sì, che dev'esser lui!
Trionfante:
Signori, io ve l'ho detto!
AGAZZI Ma via! Possibile?
Agitazione in tutti gli
altri.
SIGNORA FROLA (subito, giungendo le mani) No, per carità, signori! Che
credono? È solo questo tasto che non gli dev'esser toccato! Ma scusino,
lascerei io forse la mia figliuola così sola con lui, chiusa?.... Ma poi la
prova è lì, all'ufficio, dove adempie a tutti i suoi doveri come meglio non si
potrebbe!
AGAZZI Ah, ma bisogna che lei ci spieghi, signora! Possibile che suo
genero sia venuto qua a inventarci tutta una storia?
SIGNORA FROLA Sissignore, sì, ecco, spiegherò loro tutto! Ma bisogna
compatirlo, signor Consigliere!
AGAZZI Ma come? Non è vero niente che la sua figliuola è morta?
SIGNORA FROLA Oh no! Dio liberi!
AGAZZI Ma allora il pazzo è lui!
SIGNORA FROLA No, no... guardi...
SIRELLI Ma sì, perdio, dev'esser lui!
SIGNORA FROLA No, guardino.... guardino.... Non è neanche lui!... Mi lascino
dire.... Lo hanno veduto - è così forte di complessione.... violento...
Sposando, fu preso da una vera frenesia d'amore.... Rischiò di distruggere,
quasi, la mia figliuola, ch'era delicatina.... Per consiglio dei medici e di
tutti i parenti - anche dei suoi (che ora poverini non ci sono più!) - gli si
dovette sottrarre la moglie di nascosto, per chiuderla in una casa di salute. E
allora lui, già un po' alterato, naturalmente, a causa di quel suo.....
soverchio amore - non trovandosela più in casa.... - ah, signore mie.... cadde
in una disperazione furiosa.... credette davvero che la moglie fosse morta, non
volle sentir più niente, si volle vestir di nero; fece tante pazzie; e non ci
fu verso di smuoverlo più da quest'idea. Tanto che - quando, dopo appena un
anno, la mia figliuola, già rimessa, rifiorita, gli fu ripresentata - disse di
no, che non era più lei, no, no.... la guardava.... ma no, no.... non era, non
era più lei.... Signore mie, uno strazio.... le si accostava.... pareva che la
riconoscesse.... e poi di nuovo, no, no.... E per fargliela riprendere, con
l'ajuto degli amici, si dovette simulare un secondo matrimonio....
SIGNORA SIRELLI Ah, dice dunque per questo che...?
SIGNORA FROLA Sì; ma non ci crede più, certo, da un pezzo, neanche lui! Ha
bisogno di darlo a intendere agli altri; non può farne a meno! Per star sicuro,
capiscono? Perché forse, di tanto in tanto, gli balena ancora la paura che la
mogliettina gli possa essere di nuovo sottratta.
A bassa voce, sorridendo
confidenzialmente.
Se la tiene chiusa a chiave, perciò -
tutta per sé. Ma l'adora!... Sono sicura, e la mia figliuola è contenta.
Si alza.
Me ne scappo, perché non vorrei che
tornasse subito da me, se è così eccitato....
Sospira dolcemente,
scotendo le mani giunte.
Ci vuol pazienza.... Quella poverina
deve fingere di non esser lei, ma un'altra.... e io.... eh! io - d'esser pazza,
signore mie! Ma come si fa? Purché stia tranquillo lui.... Non s'incomodino,
prego, so la via.... Riverisco, signori, riverisco....
Salutando e inchinandosi si ritira
in fretta, per l'uscio comune. Restano tutti, sbalorditi, come basiti.
Silenzio.
LAUDISI (facendosi in mezzo) Vi guardate tutti negli occhi? Eh!
La verità?
Scoppia a ridere forte.
Ah! ah! ah! ah!
Tela
ATTO SECONDO
Studio in casa del Consigliere
Agazzi. - Mobili antichi; vecchi quadri alle pareti; uscio in fondo, con tenda;
uscio laterale a sinistra, che dà nel salotto, anch'esso con tenda; a destra,
un ampio camino, su la cui mensola poggia un grande specchio; su la scrivania,
apparecchio telefonico; canapè, poltrone, seggiole, ecc.
SCENA PRIMA
AGAZZI, LAUDISI, SIRELLI
Agazzi è in piedi presso la
scrivania, col ricevitore dell'apparecchio telefonico all'orecchio. Laudisi e
Sirelli, seduti, guardano verso di lui, in attesa.
AGAZZI Pronto!... - Sì.... Parlo con Centuri?... Ebbene?... Sì,
bravo....
Ascolta a lungo, poi.
Ma come, scusi? è possibile?
Ascolta di nuovo a lungo,
poi.
Lo capisco, ma mettendocisi con un po'
d'impegno!...
Altra pausa lunga, poi.
È proprio strano, scusi, che non si
possa....
Pausa.
Capisco, sì.... capisco....
Pausa.
Basta, veda un po'.... A rivederla....
Posa il ricevitore, e
viene avanti.
SIRELLI (ansioso) Ebbene?
AGAZZI Niente.
SIRELLI Non si trova niente?
AGAZZI Tutto disperso, tutto distrutto.... Municipio.... archivio....
stato civile....
SIRELLI Ma la testimonianza almeno di qualche superstite?...
AGAZZI Niente.... Dice che non si ha notizia di superstiti, se pure ce
ne sono.... Ricerche difficilissime!
SIRELLI Cosicché non ci resta che o da credere all'uno o da credere
all'altra - senza prove?
AGAZZI Purtroppo!
LAUDISI (alzandosi)
Volete seguire il mio consiglio? Credete a tutti e due!
AGAZZI Ma come! che dici?
SIRELLI Se una dice una cosa e l'altro ne dice un'altra!
LAUDISI E allora, non credete a nessuno dei due!
SIRELLI Tu vuoi scherzare. Mancano le prove, i dati di fatto; ma la
verità, perdio, sarà da una parte o dall'altra!
LAUDISI I dati di fatto.... già! Che vorresti desumerne?
AGAZZI Ma scusa! Purtroppo non c'è più - ma c'era - se la signora Frola
è lei la pazza - c'era, doveva esserci, si potrà trovare domani l'atto di morte
della figliuola. - Oppure, non c'è e non si potrà trovare perché non c'è stato
mai - e allora il pazzo è lui, il signor Ponza suo genero!
SIRELLI Potresti negar l'evidenza, se domani quest'atto ti venisse
presentato?
LAUDISI Io? Ma non nego nulla io! Me ne guardo bene! Siete voi che avete
bisogno dei dati di fatto, dei documenti, per affermare o per negare! Io non so
che farmene, perché per me la realtà non consiste in essi, ma nell'animo di
quei due, in cui non posso entrare, se non per quel tanto che essi me ne
dicono.
SIRELLI Benissimo! E non dicono appunto che uno dei due è pazzo? - O
pazza lei, o pazzo lui - di qui non si scappa! Quale dei due?
AGAZZI È qui la questione!
LAUDISI Prima di tutto, non è vero che lo dicano entrambi. Lo dice lui,
il signor Ponza, di sua suocera. La signora Frola lo nega, non soltanto per sé,
ma anche per lui. Se mai, lui - dice - fu un po' alterato di mente per soverchio amore. Ma ora, sano, sanissimo....
SIRELLI Ah dunque tu propendi, come me, verso ciò che dice lei, la
suocera?
AGAZZI Certo che, stando a ciò che dice lei, si può spiegar tutto....
LAUDISI Ma si può spiegar tutto
ugualmente, stando a ciò che dice lui, il genero!...
SIRELLI E allora - pazzo - nessuno dei due? Ma uno dev'essere, perdio!
LAUDISI E quale? Non potete dirlo voi, né può dirlo nessuno! E non già
perché codesti dati di fatto, che andate cercando, siano stati annullati da un
accidente qualsiasi - un incendio, un terremoto -; ma perché li hanno annullati
essi in sé, nell'animo loro, volete capirlo? - creando lei a lui, o lui a lei,
un fantasma che ha la stessa consistenza della realtà, dov'essi vivono
perfettamente, di pieno accordo! E non potrà essere distrutta, quella loro
realtà, da nessun documento, poiché essi ci respirano dentro, la vedono, la
sentono, la toccano! - Al più, per voi potrebbe servire il documento, per
togliervi voi una sciocca curiosità. Vi manca, ed eccovi dannati al
meraviglioso supplizio d'aver davanti, accanto, qua il fantasma e qua la
realtà, e di non poter distinguere l'uno dall'altra!
AGAZZI Filosofia, caro, filosofia! - Lo vedremo, lo vedremo adesso se
non sarà possibile!
SIRELLI Abbiamo inteso prima l'uno, poi l'altra; mettendoli insieme,
ora, di fronte, vuoi che non si scopra dove sia il fantasma, dove la realtà?
LAUDISI Io vi chiedo licenza di seguitare a ridere alla fine.
AGAZZI Va bene, va bene; vedremo chi riderà meglio alla fine. Non
perdiamo tempo!
Si fa all'uscio a sinistra
e chiama.
Amalia! Signora! Venite, venite qua!
SCENA SECONDA
SIGNORA AMALIA, SIGNORA
SIRELLI, DINA, DETTI.
SIGNORA SIRELLI (a Laudisi, minacciandolo con un dito)
Ancora? ancora, lei?
SIRELLI È incorreggibile !
SIGNORA SIRELLI Ma come non si lascia prendere dalla
smania, dall'ossessione che è in tutti ormai, di strappare questo mistero che
rischia di fare impazzire tutti quanti? - Io non ci ho dormito stanotte!
AGAZZI Per carità, signora, lo lasci stare!
LAUDISI Dia retta a mio cognato piuttosto, che le prepara il sonno per
questa notte.
AGAZZI Dunque. Stabiliamo. Ecco. Voi andate dalla signora Frola....
AMALIA E saremo ricevute?
AGAZZI Oh Dio, direi....
DINA
Restituiamo la visita....
AMALIA Ma se lui non vuol permettere che la signora ne faccia e ne
riceva?
SIRELLI Prima sì.... perché ancora non si sapeva niente. Ma ormai che la
signora, costretta, ha parlato, spiegando a modo suo la ragione del suo
ritegno....
SIGNORA SIRELLI Forse avrà piacere, anzi, di parlarci della
figliuola....
DINA
È così affabile! - Ah, per me non c è dubbio, sapete : il pazzo è lui !
AGAZZI Non precipitiamo il giudizio. - Dunque, statemi a sentire.
Guarda l'orologio.
Vi tratterrete poco, un quarto d'ora,
non più.
SIRELLI (alla moglie) Per carità, sta' attenta!
SIGNORA SIRELLI E perché dici a me?
SIRELLI Se ti metti a parlare....
DINA
(per prevenire una lite fra i due) Un quarto d'ora, un quarto
d'ora; starò attenta io.
AGAZZI Io arrivo alla Prefettura, e sarò qui di ritorno alle undici.
Fra una ventina di minuti.
SIRELLI E io?
AGAZZI Aspetta.
Alle donne.
Con una scusa, un poco prima, voi
indurrete la signora Frola a venire qua.
AMALIA
E che.... che scusa?
AGAZZI Una scusa qualunque! La troverete conversando.... Manca a voi?
C'è Dina, c'è la signora.... - Entrerete, s intende, nel salotto.
Si reca all'uscio a sinistra
e lo apre bene, scostando la tenda .
Quest'uscio deve restare così - bene
aperto - così! per modo che di qua vi si senta parlare. - Io lascio sulla
scrivania queste carte, che dovrei portare con me. È una pratica d'ufficio
preparata apposta per il signor Ponza. Fingo di scordarmela, e con questo
pretesto me lo conduco qua. Allora...
SIRELLI Scusa, ma io quando devo venire?
AGAZZI Qualche minuto dopo le undici, tu - quando già le signore
saranno nel salotto, e io qua con lui. Vieni per prendere la tua signora. Ti
fai introdurre da me. Io allora le inviterò tutte a favorire qua da noi ....
LAUDISI (subito) E la verità sarà scoperta!
DINA
Ma scusa, zietto, quando saranno tutt'e due di fronte....
AGAZZI Non gli date retta! Andate, andate.... Non c'è tempo da perdere!
SIGNORA SIRELLI Andiamo, sì, andiamo. Io neanche lo saluto!
LAUDISI Ecco, mi saluto per lei, signora!
Si stringe una mano con
l'altra.
Buona fortuna!
Via Amalia, Dina e la
Signora Sirelli.
AGAZZI (a Sirelli) Andiamo anche noi, eh? Subito....
SIRELLI Sì, andiamo. Addio, Lamberto.
LAUDISI Addio, addio....
Agazzi e Sirelli, via.
SCENA TERZA
LAUDISI solo, poi il
CAMERIERE
LAUDISI (Va un po' in giro per lo studio, sogghignando tra sé e
tentennando il capo; poi si ferma davanti al grande specchio su la mensola del
camino, guarda la propria immagine e parla con essa) Eccoti qua....
La saluta con due dita,
strizzando furbescamente un occhio, e sghigna.
Eh caro.... Chi è il pazzo di noi due?
Alza una mano con l'indice
appuntato contro la sua immagine che, a sua volta, appunta l'indice contro di
lui. Sghigna ancora, poi.
Eh, lo so: io dico: tu - e tu dici: io!
- Tu! tu! - E già, io...- Va' là, che così a tu per tu, ci conosciamo bene noi
due! - Il guajo è che come ti vedo io, non ti vedono gli altri! E allora, caro
mio, che diventi tu? Dico per me che, qua di fronte a te, mi vedo e mi tocco -
tu, per come ti vedono gli altri - che diventi? - Un fantasma, caro, un
fantasma! - Eppure, vedi questi pazzi? Senza badare al fantasma che portano con
sé, in sé stessi, vanno correndo, pieni di curiosità, dietro il fantasma
altrui! E credono che sia una cosa diversa....
Il cameriere, entrato,
resta sbalordito a sentir le ultime parole del Laudisi allo specchio. Poi
chiama
CAMERIERE Signor Lamberto....
LAUDISI Eh?
CAMERIERE Ci sono due signore. La signora Cini e un'altra....
LAUDISI Vogliono me?
CAMERIERE Hanno chiesto della signora. Ho detto che si trovava a visita
dalla signora qua accanto, e allora....
LAUDISI Ebbene?
CAMERIERE Si sono guardate negli occhi, poi hanno detto: - "Ah sì? ah
sì?" - e m'hanno domandato, se non
c'era proprio nessuno in casa.
LAUDISI Tu avrai risposto che non c'era nessuno....
CAMERIERE Ho risposto che c'era lei.
LAUDISI Io? No. - Quello che conoscono loro, se mai!
CAMERIERE Come dice?
LAUDISI Ma scusa, ti pare lo stesso?
CAMERIERE Non capisco.
LAUDISI Con chi stai parlando tu?
CAMERIERE Come.... con chi sto parlando ?.... Con lei....
LAUDISI E sei proprio sicuro che io sia lo stesso di quello che chiedono
codeste signore?
CAMERIERE Ma.... non saprei.... Hanno detto il fratello della signora....
LAUDISI Caro! Ah.... - Eh sì, allora sono io, va bene....- Falle
entrare, falle entrare....
II cameriere si ritira
SCENA QUARTA
DETTO la SIGNORA CINI,
la SIGNORA NENNI.
SIGNORA CINI Permesso?
LAUDISI Avanti, avanti, signora....
SIGNORA CINI M'hanno detto che la signora non c'è. Io avevo portato con me la
mia amica signora Nenni
La presenta: è una vecchia
più goffa e smorfiosa di lei, piena anch'essa di cupida curiosità, ma
guardinga, sgomenta:
che aveva tanto desiderio di conoscere
la signora....
LAUDISI (subito) Frola?
SIGNORA CINI No, sua sorella!
LAUDISI Oh, verrà, sarà qui tra poco. Anche la signora Frola.
S'accomodino, prego. C'è anche la signora Sirelli.
SIGNORA CINI Già lo sapevamo....
LAUDISI Tutto concertato. Sarà una scena interessantissima. Tra poco,
alle undici. Sì.
SIGNORA CINI Hanno concertato.... che cosa?
LAUDISI (misterioso, prima con un gesto delle dita, poi, con la voce)
L'incontro.
Gesto d'ammirazione, poi:
Un'idea grande!
SIGNORA CINI Che... che incontro?
LAUDISI Dei due. Prima, lui qua.
SIGNORA CINI Il signor Ponza?
LAUDISI E lei là....
Indica il salotto.
SIGNORA CINI La signora Frola?
LAUDISI Sissignora.
Daccapo, prima con un
gesto espressivo della mano, poi con la voce.
Ma poi, tutti qua. Un'idea grande!
SIGNORA CINI Per venire a scoprire....
LAUDISI (subito) La
verità! Ma già s'è scoperta, sa? Si tratta adesso di smascherarla.
SIGNORA CINI (con sorpresa e vivissima ansia) Ah! s'è scoperta? E chi
è? Chi è dei due? chi è?
LAUDISI Vediamo un po'. Indovini. Lei chi dice?
SIGNORA CINI (gongolante, esitante). Ma.... io.... ecco....
LAUDISI Lei o lui? Non saprebbe? Vediamo.... Coraggio!
SIGNORA CINI Io... io lui dico....
LAUDISI ( la guarda un po'. Poi: ) È lui!
SIGNORA CINI Sì? Ah! Ecco! ecco! Ma sì! Era evidente!
SIGNORA NENNI Tutte, tutte lo dicevamo, noi donne!
SIGNORA CINI E come, come s'è scoperto? Son venute fuori prove, è vero?
atti....
SIGNORA NENNI Per mezzo della Prefettura, eh? Lo dicevamo! Non era possibile
che non si scoprisse!
LAUDISI (fa segno con le mani d'accostarsi di più a lui: poi dice
loro piano, con tono di mistero, quasi pesando le sillabe) L'atto del
secondo matrimonio.
SIGNORA CINI (stordita, interdetta) Del secondo?
SIGNORA NENNI (stordita, interdetta) Come, come? Del secondo
matrimonio?
SIGNORA CINI Ma allora.... allora ha ragione lui?
LAUDISI Eh.... i dati di fatto, signore mie! L'atto del secondo
matrimonio - a quanto pare - parla chiaro.
SIGNORA NENNI Ma allora la pazza è lei!
LAUDISI E già! Parrebbe lei....
SIGNORA CINI Ma come? Aveva detto lui!
LAUDISI Sì. Ma perché l'atto, signora mia, può essere benissimo -
come ha assicurato la signora Frola - un atto simulato, messo su con
l'ajuto degli amici per secondare in lui la fissazione che la moglie non fosse
più quella, ma un'altra.
SIGNORA CINI Ah, ma allora un atto.... così, senza valore?...
LAUDISI Cioè, cioè.... Con quel valore, signora, con quel valore che
ognuno gli vuol dare! Non ci sono, scusi, anche le letterine che la signora
Frola dice di ricevere ogni giorno dalla figliuola per mezzo del panierino, là,
nel cortile? Ci sono queste letterine, è vero?
SIGNORA CINI Sì, ebbene?
LAUDISI Ebbene: documenti, signora! Documenti, anche queste letterine!
Ma secondo il valore che lei vuol dar loro! Viene il signor Ponza e dice che
sono finte, fatte per secondare la fissazione della signora Frola.
SIGNORA CINI Ma, allora, oh Dio! di certo non si sa niente....
LAUDISI Come niente, come niente, scusi.... non esageriamo! I giorni della
settimana, quanti sono? Sette: lunedì, martedì, mercoledì.... E i mesi
dell'anno? Dodici: gennajo, febbrajo, marzo....
SIGNORA CINI Ah, abbiamo capito! Lei vuole scherzare....
SCENA QUINTA
DETTI e DINA
DINA
(sopravviene di corsa dall'uscio in fondo) Zietto, per favore....
Si arresta vedendo la
signora Cini.
Oh, signora, lei qui?...
SIGNORA CINI Sì, ero venuta....
LAUDISI Con la signora Cenni....
SIGNORA NENNI No, Nenni, prego....
LAUDISI Nenni, già.... Che ha tanto desiderio di conoscere la signora
Frola.
SIGNORA NENNI Ma, no.... scusi....
SIGNORA CINI Seguita a burlarsi di noi!... Se sapesse, signorina, come ci ha
burlate....
DINA
È tanto cattivo, in questo momento, anche con tutti noi, sa? Abbiano
pazienza un pochino.... Non ho più bisogno di niente. Vado a dire alla mamma
che ci sono qua loro e questo basterà.... Ah zio, se la sentissi.... È un
tesorino di vecchietta.... come parla!... che bontà!... Ci ha mostrate tutte le
letterine della figliuola.
SIGNORA CINI Già.... ma.... se, come ci stava dicendo il signor Laudisi....
DINA
E che ne sa lui? Non le ha mica lette lui!
SIGNORA NENNI Non possono esser finte?
DINA
Ma che finte! Sono così chiare, evidenti! Può mai ingannarsi una madre
su le espressioni della propria figliuola! L'ultima letterina, di jeri....
S'interrompe, udendo nel
salotto accanto, attraverso l'uscio rimasto aperto, rumor di voci.
Ah, eccole.... sono qua, sono qua
senz'altro!
Va a l'uscio e guarda.
SIGNORA CINI (correndole appresso) Con lei? con lei?
DINA
Sì, vengano, vengano.... Bisogna che stiamo tutte nel salotto.... Sono
già le undici, zio?
SCENA SESTA
DETTI, la signora
AMALIA
AMALIA (sopravvenendo agitata dall'uscio a sinistra) Se se ne
potesse fare a meno! Non c'è più
assolutamente bisogno di prove!
DINA
Ma già! Ci pensavo, sì, è inutile!
AMALIA (salutando in fretta, costernata, la signora Cini) Cara
signora....
SIGNORA CINI (presentando la signora Nenni) La signora Nenni, ch'era
venuta con me ....
AMALIA (salutando in fretta, costernata, la signora Nenni)
Piacere, signora....
Poi:
Non c'è più dubbio! È lui!
SIGNORA CINI È lui, è vero? è lui?
DINA
Perché quest'inganno, alla povera signora?
AMALIA Un tradimento!
LAUDISI Ma sì! È indegno, è indegno, avete ragione! Tanto più che
comincia a parermi evidente che dev'esser lei!
AMALIA Lei? Come! Che dici?
LAUDISI Lei, lei, lei....
AMALIA Ma va' là! Se tu la sentissi parlare!
DINA
Ne siamo ormai così sicure noi!
SIGNORA CINI e SIGNORA NENNI (gongolanti) Sì? sì, eh?
LAUDISI Ma appunto perché ne siete così sicure vojaltre: dev'esser lei!
DINA
Andiamo, via, andiamo di là; non lo vedete che lo fa apposta?
AMALIA Andiamo, sì, andiamo, signore....
Davanti all'uscio a
sinistra.
Favoriscano, prego....
Via la signora Cini, la
signora Nenni, Amalia. Dina fa per uscire anche lei.
LAUDISI (chiamandola a sé) Dina!
DINA
Non ti voglio dare ascolto! No! no!
LAUDISI Richiudi codesto uscio, se, ormai, la prova è inutile.
DINA
E il babbo? L'ha lasciato lui così aperto.... Sta per venire con
quell'altro. Se lo trova chiuso.... Sai
com'è, il babbo....
LAUDISI Ma lo persuaderete voi.... tu, specialmente....che non ce n'era
più bisogno. Non ne sei convinta tu?
DINA
Convintissima!
LAUDISI (con sorriso di sfida) E chiudi allora!
DINA
Tu vorresti pigliarti il piacere di vedermi dubitare ancora. Non chiudo.
Ma solo per il babbo.
LAUDISI (con sorriso di sfida) Vuoi che chiuda io?
DINA
Su la tua responsabilità!
LAUDISI Ma io non ho acquistato come te la certezza che il pazzo sia
lui.
DINA
E tu vieni; sentila parlare! Vedrai che l'acquisterai anche tu, senza
dubbio. Vieni?
LAUDISI Sì, vengo. E posso chiudere, sai? Su la mia responsabilità.
DINA
Ah, vedi? Anche prima di sentirla!
LAUDISI No, cara. Perché son sicuro che tuo padre, a quest'ora, pensa
anche lui, come vojaltre, che questa prova è inutile.
DINA
Ne sei sicuro?
LAUDISI Ma sì! Sta parlando con lui! Avrà acquistato senza dubbio la
certezza che la pazza è lei.
S'appressa all'uscio
risolutamente.
Chiudo.
DINA
(subito trattenendolo) No.
Poi, interdetta:
Scusa.... se pensi così.... lasciamolo
aperto....
LAUDISI (ride al suo solito) Ah ah ah.... vedi?
DINA
Io dico per il babbo!
LAUDISI E il babbo dirà per voi.... Lasciamolo aperto....
Si sente sonare nel
salotto accanto, sul pianoforte, un'antica aria piena di dolce e mesta grazia,
della Povera Nina del Pergolesi.
DINA
Ah, è lei.... senti? suona! suona lei!
LAUDISI La vecchietta?
DINA
Sì, ci ha detto che la figliuola, prima, la sonava sempre, questa
vecchia aria... Senti con quanta dolcezza la suona?... Andiamo, andiamo....
Escono tutt'e due per
l'uscio a sinistra.
SCENA SETTIMA
AGAZZI, il SIGNOR
PONZA, poi SIRELLI
La scena, appena usciti
Laudisi e Dina, resta vuota per un pezzo. Seguita dall'interno il suono del
pianoforte. Il signor Ponza, entrando per l'uscio in fondo col consigliere
Agazzi, udendo le note, si turba profondamente, e il suo turbamento andrà a
mano a mano crescendo durante la scena.
AGAZZI
(davanti all'uscio in fondo) Passi, passi, prego....
Fa entrare il signor
Ponza, poi entra lui e si dirige alla scrivania per prendere le carte che ha
finto di dimenticarsi lassù.
Ecco, devo averle lasciate qua....
S'accomodi, prego....
Il signor Ponza resta in
piedi, guardando con agitazione verso il salotto, donde viene il suono del
pianoforte.
Eccole qua....
Prende le carte e
s'appressa al signor Ponza sfogliandole.
È una vecchia pratica.... una
contesa, come le dicevo, aggrovigliata,
aggrovigliata e molto seria, che si trascina da anni....
Si volta anche lui a
guardare verso il salotto, urtato dal suono del pianoforte.
Ma questa musica.... Giusto ora!...
Fa un gesto di dispetto,
nel voltarsi, come per dire tra sé: Che stupide!
Chi suona?
Si fa a guardare,
attraverso l'uscio, nel salotto, scorge
al pianoforte la signora Frola, fa un atto di meraviglia.
Ah!...
PONZA
(appressandoglisi, convulso) In nome di Dio, è lei? suona lei?...
AGAZZI Sì... È sua suocera... Come suona bene!...
PONZA
Ma come? Se la sono portata qua, di nuovo? E la fanno sonare ?...
AGAZZI Perché no, scusi?... che male?
PONZA
Ma no, per carità!... Questa musica!... È quella della sua figliuola!
AGAZZI Ah.... forse fa male a lei?
PONZA
Non a me! non a me! Fa male a lei.... un male incalcolabile!... Ma
scusi, signor consigliere, io ho pur detto a lei, alle signore, le condizioni
di quella povera disgraziata!...
AGAZZI (procurando di calmarlo nell'agitazione sempre crescente) Sì, sì... ma veda....
PONZA
(seguitando) Che
dev'essere lasciata in pace! Che non può ricever visite, né farne! So io solo
come si deve trattare con lei! La rovinano! la rovinano!
AGAZZI Ma no, creda.... Le mie donne sapranno bene anche loro....
S'interrompe
improvvisamente al cessare della musica nel salotto, da cui viene ora un coro
d'approvazioni.
Ecco, guardi.... può ascoltare....
Dall'interno giungono,
spiccatamente, queste battute di dialogo:
DINA
Ma lei suona ancora meravigliosamente, signora!
SIGNORA FROLA Io? Eh.... la mia Lina! dovrebbe sentire la mia Lina, come la
suona!...
PONZA
(fremendo, strizzandosi le mani) La sua Lina!... la sua Lina!
AGAZZI La figliuola.
PONZA
Ma sente? dice suona!
dice suona!
Di nuovo, dall'interno,
spiccatamente:
SIGNORA FROLA Eh, no, non può, non può più sonare, da allora! E forse è questo
il suo maggior dolore, poverina !
AGAZZI Mi sembra naturale.... La crede ancora viva....
PONZA
Ma non le si deve far dire così! Non deve.... non deve dirlo.... Ha
sentito? Da allora.... Ha detto, da allora.... Per quel
pianoforte.... certo!... Lei non sa.... Per il pianoforte della povera morta...
Ma Dio mio, Dio mio.... loro mi vogliono daccapo rovinare....
Sopravviene a questo punto
Sirelli, il quale, udendo le ultime parole del Ponza e notandone l'estrema
esasperazione, resta come basito. Agazzi, anche lui sbigottito, gli fa cenno di
appressarsi.
AGAZZI Ma no.... ma perché, scusi....
A Sirelli.
Ti prego, fa' venire qua le signore....
Sirelli, tenendosi al
largo, si fa all'uscio a sinistra e chiama le signore.
PONZA Le signore? Qua.... No, no.... Piuttosto....
SCENA OTTAVA
La SIGNORA FROLA, la SIGNORA AMALIA, la
SIGNORA SIRELLI, DINA, la SIGNORA CINI la SIGNORA NENNI, LAUDISI,
DETTI.
Le signore, al cenno di
Sirelli pieno di sbigottimento, entrano, sgomente. La signora Frola, scorgendo
il genero in quello stato d'orgasmo, se n'atterrisce. Investita da lui con
estrema violenza durante la scena seguente, farà, di tratto in tratto, con gli
occhi, alle signore cenni espressivi d'intelligenza. La scena si svolgerà
rapida, concitata e violentissima.
PONZA
Lei, qua? Come qua? Che è venuta a fare qua?
SIGNORA FROLA Ero venuta, abbi pazienza....
PONZA
È venuta qua a dire... - Che ha detto? che ha detto a queste signore?
SIGNORA FROLA Niente.... ti giuro.... Niente....
PONZA
Niente? Come niente? Ho sentito io!... Ha sentito qua con me questo
signore! Lei ha detto suona! Chi suona! Lina suona? Lei lo sa
bene che è morta da quattro anni la sua figliuola!
SIGNORA FROLA Ma sì!... caro, calmati.... sì.... sì....
PONZA
"E non può più sonare da allora!" Sicuro che non può più sonare da allora! Come vuole
che suoni, se è morta?
SIGNORA FROLA Ma certo, sì! E non l'ho
detto, signore mie? L'ho detto, che non può più, da allora.... Certo! se è
morta....
PONZA
E perché pensa ancora a quel pianoforte, dunque?
SIGNORA FROLA No, no, non ci penso più!
PONZA
L'ho sfasciato io! Lei lo sa! Quando la sua figliuola è morta! Per non
farlo toccare a quest'altra, che del resto non sa sonare! Lei lo sa che non suona
quest'altra....
SIGNORA FROLA Ma se non sa sonare!... certo!
PONZA
E scusi; si chiamava Lina, è vero? la sua figliuola. Ora dica, dica qua
come si chiama la mia seconda moglie! Lo dica qua a tutti, perché lei lo sa
bene! - Come si chiama?
SIGNORA FROLA Giulia.... Giulia si chiama!.... - Sì, sì, è vero, signori; si
chiama Giulia!
PONZA
Giulia si chiama! Non si chiama mica Lina!! E non cerchi di ammiccare
lei intanto, dicendo che si chiama Giulia!
SIGNORA FROLA Io? no! Non ho ammiccato.... Ma no!
PONZA
Me ne sono accorto! Me ne sono accorto bene! Lei vuole rovinarmi! Vuole
dare a intendere a questi signori che
io voglia tenermi ancora tutta per me la sua figliuola, come se non fosse morta....
Rompe in spaventosi
singhiozzi.
Come se non fosse morta!
SIGNORA FROLA (subito con infinita
dolcezza e umiltà, accorrendo a lui) Io.... no, no.... figliuolo
mio caro, càlmati per carità.... Io non
ho detto mai questo.... - È vero? è vero, signore?
AMALIA, SIGNORA SIRELLI, DINA Ma sì.... sì.... - Non lo ha detto mai! -
Ha detto che è morta!
SIGNORA FROLA È vero? -Che è morta, ho
detto!... - Come no? E che tu sei tanto buono per me.... è vero? è vero?....
Io, rovinarti? - Io, comprometterti?
PONZA
E va cercando nelle case il
pianoforte degli altri? per farci le sonatine della sua figliuola, e andar
dicendo che Lina le suona così, e meglio di così?
SIGNORA FROLA No.... è stato.... è stato così.... tanto.... tanto per
provare...
PONZA
Lei non può! Lei non deve! Come le può venire in mente di sonare ancora
ciò che sonava la sua figliuola morta?
SIGNORA FROLA Hai ragione.... sì, ah poverino.... poverino!
Intenerita, si mette a
piangere.
Non lo farò più!... non lo farò più!
PONZA
(investendola davvicino) Vada! vada via! vada via!
SIGNORA FROLA Sì.... sì.... vado, vado.... Oh Dio!...
Fa cenni supplichevoli a
tutti, arretrando, di aver riguardo al genero, e si ritira piangendo.
SCENA NONA
DETTI, meno la SIGNORA
FROLA
Restano tutti compresi di
pietà e terrore a mirare il signor Ponza. Ma subito, questi, appena uscita la
suocera, riprende la sua aria normale, di cupa affannata tristezza e dice con
profonda commozione:
PONZA
Chiedo scusa a lor signori di questo triste spettacolo che ho dovuto dar
loro per rimediare al male che, senza
volerlo, senza saperlo, con la loro pietà, fanno a questa infelice....
AGAZZI (stupito) Ma come.... lei ha finto?
PONZA
Per forza, signori! E non intendono che l'unico mezzo è questo, per
tenerla nella sua illusione, che io le gridi così la verità, come se fosse una
mia pazzia? - Mi perdonino, e mi permettano: bisogna che io corra ora da
lei....
Via di fretta per l'uscio
comune. Restano tutti, di nuovo, sbalorditi. Un silenzio.
LAUDISI (facendosi in mezzo) Ed ecco, signori, scoperta la
verità!
Scoppia a ridere.
Ah! ah! ah! ah!
Tela
ATTO TERZO
La stessa scena del
secondo atto.
SCENA PRIMA
LAUDISI, CAMERIERE, il
commissario CENTURI.
Laudisi è sdrajato su una
poltrona e legge. Attraverso l'uscio a sinistra che dà nel salotto, giunge il
rumore confuso di molte voci. Il cameriere, dall'uscio in fondo, dà il passo al
commissario Centuri.
CAMERIERE Favorisca qua. Vado ad avvertire il signor Commendatore.
LAUDISI (voltandosi e scorgendo il Centuri) Oh, il signor
Commissario!
Si alza in fretta e
richiama il cameriere che sta per uscire.
Ps! Aspetta.
A Centuri.
Notizie?
CENTURI (alto, rigido, aggrondato, sui quarant'anni) Sissignore.
LAUDISI Ah bene!
Al cameriere.
Lascia. Lo chiamerò io di qua, mio
cognato.
Indica, con una mossa del
capo, l'uscio a sinistra. Il cameriere s'inchina, e via.
Lei ha fatto il miracolo! Salva una
città! Sente? sente come gridano? Ebbene: notizie certe?
CENTURI Di persone che si son potute rintracciare....
LAUDISI - del paese del signor Ponza? Persone che sanno?
CENTURI Sissignore. Alcuni dati, non molti, ma sicuri.
LAUDISI Ah, bene! bene! Per esempio?
CENTURI Per esempio.... ecco, ho qua le.... le comunicazioni che mi sono
state trasmesse.
Trae dalla tasca interna
della giacca una busta gialla aperta con un foglio dentro e la porge a Laudisi.
LAUDISI Vediamo.... vediamo....
Cava il foglio dalla busta
e si mette a leggerlo con gli occhi, intercalando di tratto in tratto, con
diversi toni, degli ah! e degli eh!:
prima un ah! di compiacimento, poi un altro ah! che l'attenua di molto;
poi un eh! quasi commiserativo, infine un altro eh! di piena disillusione.
Ma no! E che c'è di certo qua, signor
Commissario?
CENTURI Tutto quello che s'è potuto sapere.
LAUDISI Ma niente, lei lo capisce! Tutti i dubbii sussistono. Niente di
sicuro.
Lo guarda; poi, con
risoluzione improvvisa:
Vuol fare un bene davvero, signor
Commissario? Vuol rendere un segnalato servizio alla cittadinanza, di cui Dio
certamente le darà merito?
CENTURI (guardandolo perplesso) E che vuole che faccia?
LAUDISI Ecco, guardi. Segga lì.
Indica la scrivania.
Strappi questo mezzo foglio
d'informazioni che non dicono nulla; e qua, sull'altro mezzo, scriva qualche
informazione precisa!
CENTURI Io? Come? Che informazione?
LAUDISI Ma una qualunque, a suo piacere, purché sia precisa! Che è la
signora Frola, per esempio! Oppure, se le piace meglio, che è stata una
finzione il secondo matrimonio del signor Ponza!...
CENTURI Ma come? Che dice mai, signor Laudisi? Io?
LAUDISI (incalzando) A
nome di questi due stessi signori che si son potuti rintracciare! - Per il bene
di tutti! Per ridar la tranquillità a tutto il paese! Sia superiore! - Non
vede? Vogliono una verità, così.... esteriore, non importa quale, purché sia
categorica - e si quieterebbero!
CENTURI Ma che
verità, scusi! Vuole che faccia un falso? Mi fa meraviglia che lei osi
propormelo? E dico meraviglia per non dire altro.... - Mi faccia il piacere
d'annunziarmi al signor Consigliere.
LAUDISI (apre
le braccia desolato) La servo subito.
S'avvia all'uscio a sinistra. Apre l'uscio a sinistra
e subito si fanno sentire più alte le grida confuse. Appena Laudisi varca la
soglia, le grida però cessano d'un tratto. Il commissario Centuri, nell'attesa,
fiero, soddisfatto, si carezza la punta di un baffo. Ma all'improvviso le grida
prorompono di nuovo altissime, giulive ora, miste a battimani. Il commissario
Centuri si scuote, si turba, non sapendo che pensarne.
SCENA SECONDA
DETTO, AGAZZI, SIRELLI, LAUDISI, la SIGNORA
AMALIA, DINA, la SIGNORA SIRELLI, la SIGNORA CINI, la
SIGNORA NENNI, molti altri signori e signore.
Entrano tutti per l'uscio a sinistra, con Agazzi alla
testa, accesi, esultanti, battendo le mani e gridando: Bravo! bravo!
AGAZZI (con
le mani protese) Caro Centuri! Lo volevo dire io! Non era possibile che lei
non RIUSCISSE!
TUTTI Bravo!
Bravo! Vediamo! vediamo! Le prove, subito! Chi è? chi è?
CENTURI (stupito,
frastornato, smarrito) Ma no.... ecco.... io, signor Consigliere....
AGAZZI
Signori, per carità! Piano!
CENTURI Ho
fatto di tutto.... sì.... Ma.... non so che ha potuto dir loro il signor
Laudisi....
AGAZZI Che
lei ci reca notizie certe!
SIRELLI Dati
precisi!
LAUDISI (forte,
risoluto, prevenendo) Non molti, sì, ma precisi! Di persone che si son
potute rintracciare! Del paese del signor Ponza! Persone che sanno!
TUTTI
Finalmente! Ah, finalmente! finalmente!
CENTURI (porgendo
il foglio ad Agazzi) Sì.... ecco,
signor Consigliere....
AGAZZI (aprendo
il foglio tra la ressa di tutti attorno) Ah, vediamo! vediamo !
CENTURI Ma
lei, signor Laudisi....
LAUDISI (subito,
forte) Lasci leggere, per carità! Lasci leggere!
AGAZZI Un
momento di pazienza, signori.... Ecco.... leggo....
LAUDISI Ma ho
già letto io! ho già letto io!
TUTTI (lasciando
il consigliere Agazzi e precipitandosi attorno a lui) Ah sì? Ebbene?
Ebbene? Che dice? Che si sa? Ci è? Chi è?
LAUDISI (scandendo
bene le parole) È certo, indubitabile, per testimonianza d'un compaesano
del Signor Ponza, che la signora Frola è stata in una casa di salute!
TUTTI (con
rammarico e delusione) Oh!
SIGNORA SIRELLI
La signora Frola?
DINA Ma
dunque è proprio lei?
AGAZZI Ma
no! ma no!
Facendosi avanti, agitando il foglio.
Qua non dice niente affatto così!
SIRELLI Ah,
come! Che dice? che dice?
Si agitano tutti.
LAUDISI (tenendo
testa) Ma sì! Dice la signora! Dice
precisamente la signora!
AGAZZI
Nient'affatto! Gli pare, dice questo signore.... Non ne è certo!
E non sa, a ogni modo, se la madre o la figlia!
TUTTI (con
soddisfazione) Ah !
LAUDISI (tenendo
testa) Ma sì! Ma dev'essere lei, la madre, senza dubbio!
SIRELLI Che!
É la figlia, signori! La figlia!
SIGNORA SIRELLI
come ha detto lei stessa, la
signora!
AMALIA
Precisamente! Quando la sottrassero di nascosto al marito!
DINA Sì, la
signora dice appunto che la figliuola fu chiusa in una casa di salute!
AGAZZI E del
resto non è neanche del paese quest'informatore! Dice che ci andava spesso....
che non ricorda bene.... che gli pare d'aver inteso così....
SIRELLI Ah!
Notizia per aria, dunque!
LAUDISI Ma
scusate tanto, se siete tutti così convinti che la signora Frola ha ragione
lei, che andate cercando più? Finitela!
SIRELLI Se
non ci fosse il Prefetto che crede a lui! Al signor Ponza, capisci?
CENTURI
Sissignore, è vero! II signor Prefetto l'ha detto anche a me!
AGAZZI Ma
perché il signor Prefetto non ha parlato ancora con la signora qua accanto!
SIGNORA SIRELLI
Sfido! Ha parlato solo con lui!
SIRELLI E del
resto, ci son altri qua che credono come il Prefetto!
UN SIGNORE
Io, io per esempio, sissignori! Perché so d'un caso simile, io, d'una
madre impazzita per la morte della figliuola, la quale crede che il genero non
voglia fargliela vedere: tal e quale!
SECONDO SIGNORE
C'è in più, no, c'è in più che il genero è rimasto vedovo, oh! Qui
almeno, questo, ha una in casa con sé....
LAUDISI (acceso
da un subito pensiero) Oh Dio, signori! Avete sentito? Ma eccolo trovato,
il bandolo! Dio mio! L'uovo di Colombo....
TUTTI Ma che
è? che è?
SECONDO SIGNORE
(stordito) Che ho detto? Io non so....
LAUDISI Eh,
un po' di pazienza, signori!
Ad Agazzi.
Il Prefetto deve venire qua?
AGAZZI Sì, lo
aspettiamo.... Ma che hai trovato?
LAUDISI È
inutile che venga qua per parlare con la signora Frola! Finora crede al
genero.... Quando avrà parlato con la suocera, non saprà più neanche lui a chi
credere dei due! - No, no! Qua bisogna che faccia altro il signor Prefetto. Una
cosa che può fare lui solo!
TUTTI Che
cosa? che cosa?
LAUDISI (raggiante)
Ma la moglie, scusate! Colei che il signor Ponza ha con sé! Me l'ha suggerito
questo signore!
SIRELLI Far
parlare la moglie?... Eh già! Eh già!
DINA Ma come,
se è tenuta in carcere quella poveretta?
SIRELLI
Bisogna che il Prefetto s'imponga e la faccia parlare!
AMALIA Certo
è l'unica che possa dire la verità!
SIGNORA SIRELLI
Ma che! Dirà ciò che vuole il marito....
LAUDISI Già!
Se dovesse parlare davanti a lui! Certo!
SIRELLI
Dovrebbe parlare da sola a solo col Prefetto!
AGAZZI E il
Prefetto potrebbe - sicuro! - con la sua autorità, imporre a questo signore la
confessione esplicita della moglie a lui. Sicuro! Sicuro! Non le sembra,
Centuri?
CENTURI Eh,
senza dubbio.... se il signor Prefetto volesse....
AGAZZI È
l'unica veramente! Bisognerebbe avvertirlo, e risparmiargli per ora l'incomodo
di venire qua. Vada, vada lei, caro Centuri.
CENTURI
Sissignore. La riverisco. Signore, signori.
S'inchina e via.
SIGNORA SIRELLI
Ma sì! Bravo Laudisi!
DINA Bravo!
bravo zietto! Che bell'idea!
TUTTI -
Bravo! bravo! Sì, è l'unica! è l'unica!
AGAZZI Ma già!
Come non ci avevamo pensato?
SIRELLI
Sfido! Nessuno l'ha mai veduta! Come se non ci fosse, quella poverina!
LAUDISI (come colpito all'improvviso) Oh! Ma
scusate.... E siete proprio sicuri che ci sia?
AMALIA Come?
Ma Dio mio, Lamberto!
SIRELLI (fingendo
di ridere) Vorresti ora metterne anche in dubbio l'esistenza?
LAUDISI Eh,
ma chi ve lo dice? chi ve l'assicura?
DINA Ma se
c'è la signora che la vede e le parla ogni giorno?
SIGNORA SIRELLI
E l'asserisce di lui, anche!
LAUDISI Sì,
sì.... Non dico!... Ma scusate.... - se ci pensate bene: - ha ragione la
signora Frola? e allora chi c'è là, per lui? Il fantasma d'una seconda moglie.
O ha ragione lui, il signor Ponza, e allora là, per casa, c'è il fantasma della
figliuola! - Tutto sta ora, signori, se questo fantasma per l'uno o per l'altra
è poi una persona per sé! Arrivati a questo punto, mi sembra che sia anche il
caso di dubitarne!
AGAZZI Ma va'
là! Tu vorresti farci impazzire tutti quanti appresso a te!
LAUDISI No, signori, badate, badate che forse in
quella casa non c'è altro che un fantasma!
SIGNORA NENNI
Oh Dio, mi s'aggricciano, quasi, le carni!
SIGNORA CINI
Non so che gusto provi a farci impaurire!
TUTTI Ma che!
ma che! Scherza! scherza!
LAUDISI Non
scherzo affatto, signori miei! - Chi l'ha veduta? Scusate! Non l'ha mai veduta
nessuno! - Ne parla lui; e lo dice lei, la signora Frola, che la vede....
SIRELLI Ma
come! Se le s'affaccia, là, dal cortile!
LAUDISI Chi
le si affaccia?
SIRELLI Ma una donna! una donna in carne ed ossa, che
è stata veduta! e che si può far parlare, perdio!
LAUDISI Ne
siete sicuri?
AGAZZI Ma come
no? ma come no? Ma se l'hai detto tu stesso, scusa!
LAUDISI Io,
sì, se lassù c'è veramente una donna.... una donna qualunque. Ma badate che una
donna qualunque, signori miei, lassù non ci può essere! non c'è! non c'è
di certo! Io almeno dubito adesso che ci sia!
SIGNORA SIRELLI
Dio mio, davvero vuol farci impazzire tutti quanti!
LAUDISI
Eh.... vedremo, vedremo....
TUTTI E chi
c'è allora? - Se l'hanno veduta! - Chi c'è? chi c’è? - Se s'affaccia dal
balcone!...
SCENA TERZA
DETTI, CENTURI di ritorno.
CENTURI (tra
l'agitazione di tutti s'introduce, accaldato, annunziando:) Il signor
Prefetto! il signor Prefetto!
AGAZZI Come?
Qua? Ma lei?
CENTURI L'ho
incontrato per via, ch'era diretto qua, a due passi.... È col signor Ponza!
SIRELLI Ah,
con lui?
AGAZZI Oh
Dio, no! se viene con lui, entrerà dalla signora qua accanto! Per piacere,
Centuri, si metta davanti la porta e lo preghi a nome mio di favorire prima qua
da me un momento, come m'aveva promesso.
CENTURI
Sissignore, non dubiti. Vado.
Via di fretta per l'uscio in fondo.
AGAZZI
Signori, vi prego di ritirarvi un poco di qua nel salotto....
SIGNORA SIRELLI
Glielo dica bene, sa! È l'unica! è l'unica!
AMALIA (davanti
all'uscio a sinistra) Avanti, favoriscano, signore....
AGAZZI Tu
resta, Sirelli. E anche tu, Lamberto.
Tutti gli altri, signori e signore, escono per l'uscio
a sinistra. Agazzi a Laudisi:
Ma lascia parlare a me, ti prego!
LAUDISI Per
me, figùrati! Se anzi vuoi che me ne vada anch'io....
AGAZZI No no:
è meglio che tu ci sia.... - Ah, eccolo qua.
SCENA QUARTA
DETTI, il SIGNOR PREFETTO, CENTURI.
IL PREFETTO (sui
sessanta, alto, grasso, aria di bonomia facilona) Caro Agazzi.... Oh, il signor Sirelli.... Caro Laudisi....
Stringe la mano a tutti.
AGAZZI (invitandolo
col gesto a sedere) Scusami, se t'ho fatto pregare d'entrare prima da me.
IL PREFETTO
Ma no, sarei venuto, come t'avevo promesso....
AGAZZI (scorgendo
indietro e ancora in piedi Centuri) Prego, Centuri, venga avanti; segga
qua....
IL PREFETTO (bonariamente,
a Sirelli) Eh lei, Sirelli - ho saputo! - è uno dei più accesi, dei più
inquieti per questo benedetto affare
del nostro nuovo segretario....
SIRELLI Oh
no, creda, signor Prefetto, tutti siamo inquieti!
AGAZZI È la
verità, sì, inquietissimi....
IL PREFETTO
Ma perché, ma perché, santo Dio?
AGAZZI
Scusami: tu non puoi fartene ancora un'idea chiara! Noi abbiamo qui
accanto la signora.
IL PREFETTO
Ma sì, ho capito....
SIRELLI No,
mi perdoni, signor Prefetto.... Lei non la ha ancora sentita, questa povera
signora....
IL PREFETTO
Mi recavo appunto da lei.
Ad Agazzi:
Ti avevo promesso che l'avrei fatto qua da te. Ma il
genero stesso è venuto a pregarmi, a implorare la grazia - per far cessare
tutte queste chiacchiere - che mi recassi in casa di lei. Scusate, vi pare che
lo avrebbe fatto, se non fosse più che sicuro...?
AGAZZI Ma
sfido! Perché davanti a lui, quella poveretta....
SIRELLI (attaccando
subito) Dirà come vuol lui, signor
Prefetto! E questa è la prova che la
pazza non è lei!
AGAZZI Ne
abbiamo fatto l'esperimento qua, noi, jeri!
IL PREFETTO
Ma sì, caro: perché egli le fa credere che il pazzo sia lui! - Me ne ha
prevenuto. Scusate, come potrebbe illudersi, altrimenti, codesta disgraziata? È
un martirio, credete, un martirio per quel pover'uomo!
SIRELLI Già!
Se non dà lei, invece, che dà a lui
l'illusione di credere che la figliuola sia morta, perché possa star sicuro che
la moglie non gli sarà di nuovo sottratta! In questo caso, vede bene, signor
Prefetto, il martirio è della signora; non più di lui!
AGAZZI Quando
questo dubbio t'è entrato....capisci? E se tu la sentissi parlare - ma da sola
- entrerebbe anche in te, stai sicuro!
SIRELLI
L'abbiamo tutti!
IL PREFETTO M
no, mi pare che in voi, anzi, non l'abbiate! Come vi confesso che non l'ho neppure io, da un altro canto.... - E lei,
Laudisi?
LAUDISI Mi
scusi, signor Prefetto. Io ho promesso a mio cognato di non parlare.
AGAZZI (scattando)
Ma va' là, che dici! Se ti domanda.... - Gli avevo detto di non parlare,
sai perché? Si diverte da due giorni a
intorbidare peggio le acque!
LAUDISI Non
lo creda, signor Prefetto. Io ho fatto di tutto, invece, per rischiararle, le
acque.
SIRELLI Già! Sa come? Sostenendo che non è possibile
scoprire la verità, e ora facendo sorgere il dubbio che in casa del signor
Ponza non ci sia una donna, ma un fantasma!
IL PREFETTO (godendoci)
Come! come! Oh bella!
AGAZZI Per
carità! Lo comprendi: è inutile dare ascolto a lui!
LAUDISI
Eppure, signor Prefetto, lei è stato invitato a venire qua, per me!
IL PREFETTO
Pensa anche lei che farei bene a parlare con la signora qua accanto?
LAUDISI No,
per carità! Lei fa benissimo a stare a ciò che le dice il signor Ponza!
IL PREFETTO
Ah, bene! Perché crede anche lei che il signor Ponza...?
LAUDISI (subito)
No. Come vorrei che tutti qua stessero a ciò che dice la signora Frola, signor
Prefetto - e la facessero finita!
AGAZZI Hai
capito? Ti pare un ragionamento, questo?
IL PREFETTO
Permetti?
A Laudisi.
Secondo lei, dunque, si può prestar fede anche a ciò
che dice la signora?
LAUDISI Altro
che! Perfettamente. Come a ciò che dice lui !
IL PREFETTO
Ma allora, scusi?
SIRELLI Se
dicono il contrario!
AGAZZI (irritato,
risolutamente) Da' ascolto a me, per favore! Io posso non essere né per
l'una né per l'altro. Può aver ragione lui, può aver ragione lei. Bisogna
venirne a capo! C'è un solo mezzo.
SIRELLI E
l'ha suggerito lui appunto!
Indica Laudisi.
IL PREFETTO
Ah sì?... - E dunque!... Sentiamo....
AGAZZI Poiché
ci manca ogni altra prova di fatto, l'unica che ci resti è questa: che tu, con
la tua autorità, ottenga la confessione della moglie.
IL PREFETTO
Della signora Ponza?
SIRELLI Ma
senza la presenza del marito, s'intende!
AGAZZI Perché
possa dir la verità!
SIRELLI Se è
la figlia della signora, come sembra a noi di dover credere....
AGAZZI O una
seconda moglie che si presta a rappresentare la parte della figlia, come dice
il signor Ponza....
IL PREFETTO E
come io credo senz'altro! - Ma sì! Pare l'unica anche a me. Quel poverino,
credete, non desidera altro che far tacere tutte queste voci. L'ho trovato così
arrendevole.... Ne sarà felicissimo! E voi vi tranquillerete subito, amici
miei. - Mi faccia il favore, Centuri.
II Centuri si alza
Vada a chiamarmi il signor Ponza qua accanto. Lo
preghi a nome mio di venire qua un momento.
CENTURI Vado
subito!
S'inchina, e via per l'uscio in fondo.
AGAZZI Eh, se
accettasse....
IL PREFETTO
Ma vedrai che accetta subito! La faremo finita in un quarto d'ora! Qua,
qua davanti a voi stessi....
AGAZZI Come!
Qua?
SIRELLI Che
voglia portare la moglie qua stesso?
IL PREFETTO
Lasciate fare a me! Qua stesso, sì. Perché, altrimenti - io lo so - tra
voi, qua, seguiterete a supporre che io....
AGAZZI Ma no,
per carità!
SIRELLI
Questo, mai!
IL PREFETTO
Andate là. Sapendomi così sicuro che la ragione sta dalla parte di
lui.... - pensereste che per mettere in tacere la cosa, trattandosi d'un
pubblico funzionario.... - No no: voglio che ascoltiate anche voi.
Poi, ad Agazzi.
La tua signora?
AGAZZI È di
là, con altre signore....
IL PREFETTO
Eh.... voi avete stabilito qua un vero quartiere di congiura, eh?
SCENA QUINTA
DETTI, CENTURI, il SIGNOR PONZA
CENTURI
Permesso? - Ecco il signor Ponza.
IL PREFETTO
Grazie, Centuri.
Il signor Ponza si presenta su la soglia.
Venga, venga avanti, caro Ponza.
Il signor Ponza s'inchina.
AGAZZI S
'accomodi, prego.
Il signor Ponza s'inchina e siede.
IL PREFETTO
Lei conosce i signori.... - Sirelli....
II signor Ponza si alza e s'inchina.
AGAZZI Sì,
l'ho già presentato. Mio cognato Laudisi.
Il signor Ponza s'inchina.
IL PREFETTO
L'ho fatto chiamare, caro Ponza, per dirle che qua, coi miei amici....
S'interrompe, notando che il signor Ponza a queste
prime parole dà a vedere un gran
turbamento e una viva agitazione.
Ha da dire qualche cosa?
PONZA Sì. Che
io intendo, signor Prefetto, di domandare oggi stesso il mio trasferimento.
IL PREFETTO
Ma perché? - Scusi.... Come? poc'anzi, così ragionevole, parlava con
me....
PONZA Io sono
fatto segno qua, signor Prefetto, a una vessazione inaudita!
IL PREFETTO
Ma no, via.... non esageriamo....
AGAZZI
Vessazione, scusi.... - intende,
da parte mia?
PONZA Di
tutti. E me ne vado! Me ne vado, signor Prefetto, perché non posso tollerare
quest'inchiesta accanita, feroce, che finirà di compromettere, guasterà
irreparabilmente un'opera di carità che mi costa tanta pena e tanti sacrifizii!
- Io venero più che una madre quella povera vecchia, e mi sono veduto
costretto, qua, jeri, a investirla con la più crudele violenza. Ora l'ho
trovata di là, in tale stato d'avvilimento e d'agitazione....
AGAZZI È
strano! Perché la signora, con noi, ha parlato sempre calmissima. Tutta
l'agitazione, invece, l'abbiamo finora notata in lei, signor Ponza, e anche
adesso....
PONZA Perché
loro non sanno quello che mi stanno facendo soffrire!
IL PREFETTO
Via, via.... si calmi, caro Ponza.... Che cos'è? Ci sono qua io! E lei
sa con quale fiducia e quanto compatimento io abbia ascoltato le sue ragioni.
Non è così?
PONZA Mi
perdoni. Sì, lei..... E gliene sono grato, signor Prefetto.
IL PREFETTO
Poiché venera come una madre la sua povera suocera, scusi, deve pensare
che qua questi signori mostrano tanta curiosità di sapere, appunto perché
s'interessano molto della signora....
PONZA Ma la
uccidono, signor Prefetto! E l'ho fatto notare!
IL PREFETTO
Bene, bene.... Finiranno, appena si sarà chiarito tutto: ora stesso,
guardi! Non ci vuol niente. - Lei ha il mezzo più semplice e più sicuro di
levare ogni dubbio a questi signori. Non
a me, perché io non ne ho.
PONZA Ma se
non vogliono credermi in nessun modo!
AGAZZI Questo
non è vero. - Quando lei venne qua, dopo la prima visita di sua suocera, a
dichiararci ch'era pazza, noi tutti -
con meraviglia, ma le abbiamo creduto.
Al Prefetto.
Ma subito dopo, capisci? tornò la suocera....
IL PREFETTO
Sì, sì, lo so, me l'hai detto.
Seguiterà rivolgendosi al Ponza.
....a dare quelle ragioni, che lei stesso cerca di
tener vive in lei. Bisogna che abbia pazienza, se un dubbio angoscioso nasce
nell'animo di chi ascolta. Di fronte a ciò che dice sua suocera, questi
signori, ecco, non credono d'esser più sicuri di poter potere prestar fede a
ciò che dice lei. Dunque, è chiaro. Lei e sua suocera - via! tiratevi in
disparte per un momento! - Lei è sicuro di dir la verità, come ne sono sicuro
io; non può aver nulla in contrario, certo, che sia ripetuta qua, ora,
dall'unica persona che possa affermarla, all'infuori di voi due.
PONZA E chi?
IL PREFETTO
Ma la sua signora....
PONZA Mia moglie?
Con forza, con sdegno:
Ah, no! Mai, signor Prefetto!
IL PREFETTO E
perché no, scusi?
PONZA Portare
mia moglie qua a dare soddisfazione a chi non vuol credermi?
IL PREFETTO
(pronto) A me ! Scusi.... Può aver difficoltà?
PONZA Ma
signor Prefetto.... no! mia moglie, no! Lasciamo stare mia moglie! Si può ben
credere a me!
IL PREFETTO
Ma mi pare che lei voglia far di tutto per non essere creduto!
AGAZZI Tanto
più che ha cercato anche d'impedire in tutti i modi - anche a costo d'un doppio
sgarbo a mia moglie e alla mia
figliuola - che la suocera venisse qua a parlare....
PONZA Ma che
vogliono loro da me? In nome di Dio! Non basta quella disgraziata? vogliono qua
anche mia moglie? Signor Prefetto, io non posso sopportare questa violenza! Mia
moglie non esce di casa mia! Io non la porto ai piedi di nessuno! Mi basta che
mi creda lei! E del resto vado a far subito l'istanza per andar via di qua!
IL PREFETTO
Ah, no: scusi! Prima di tutto io non tollero, signor Ponza, che lei
assuma codesto tono davanti a un suo superiore e a me, che le ho parlato con
tanta cortesia e tanta deferenza. In secondo luogo le dico che comincia a dar
da pensare anche a me codesta sua ostinazione nel rifiutare una prova che le
chiedo io e non altri, nel suo stesso interesse, e in cui non vedo nulla di male! - Possiamo bene, io
e il mio collega, ricevere una signora.... - o anche, se lei vuole, venire a
casa sua....
PONZA Lei
dunque mi obbliga?
IL PREFETTO
Le ripeto che gliel'ho chiesto nel suo interesse. Potrei anche
chiederglielo come suo superiore!
PONZA Sta
bene. Sta bene. Quand'è così.... porterò qua mia moglie.... pur di finirla! Ma
chi mi garantisce che quella poveretta non la veda?
IL PREFETTO
Ah già.... perché sta qui accanto....
AGAZZI (subito)
Ma possiamo andar noi in casa della signora....
PONZA
Nossignore. - Io lo dico per loro. Che non mi si faccia un'altra
sorpresa, che avrebbe conseguenze spaventevoli!
AGAZZI Ma
no, per carità, che pensa!
IL PREFETTO
Se no.... ecco.... a suo comodo potrebbe condurre la signora alla
Prefettura.
PONZA No, no
- subito, qua.... subito.... Starò io, di là, a guardia di lei. Vado subito,
signor Prefetto, e sarà finita, sarà finita!
Esce sulle furie per l'uscio in fondo.
SCENA SESTA
DETTI, meno il SIGNOR PONZA.
IL PREFETTO
Vi confesso che non m'aspettavo da parte sua questa opposizione.
AGAZZI E
vedrai che andrà a imporre alla moglie di dire ciò che vuol lui!
IL PREFETTO
Ah no! Di questo state tranquilli. Interrogherò io la signora!
SIRELLI Quest'esasperazione continua, scusi....
IL PREFETTO È
la prima volta - che! che! - è la prima volta che lo vedo così.... - Forse
l'idea di portare qua la moglie....
SIRELLI Di
scarcerarla....
IL PREFETTO
Oh, questo, scusi, non c'è bisogno di spiegarlo con la pazzia....
AGAZZI
Già.... Dice che la tiene così per paura della suocera....
IL PREFETTO
Ma anche se non fosse per questo.... Senz'esser pazzo, scusate, potrebbe
esserne geloso!
SIRELLI Fino
al punto, di non tenere neppure una donna di servizio? Costringe la moglie a
fare in casa tutto da sé....
AGAZZI E va a
farsi lui la spesa, ogni mattina....
CENTURI
Sissignore, è vero: l'ho visto io! Se la porta in casa con un
ragazzotto....
SIRELLI Che
fa restare sempre fuori la porta!
IL PREFETTO
Oh Dio, signori, via.... l'ha deplorato lui stesso, questo,
parlandomene....
LAUDISI
Servizio d'informazione inappuntabile!
IL PREFETTO
Lo fa per risparmio, Laudisi! Deve tener due case....
SIRELLI Ma
no, non diciamo per questo, noi! Scusi, signor Prefetto, crede lei che questa
seconda moglie, come lui dice, si sobbarcherebbe a tanto....
AGAZZI (incalzando) Ai più umili servizii di casa!
SIRELLI (seguitando)
....per una che fu suocera di suo marito, e che sarebbe un'estranea per
lei?
AGAZZI Via!
Via! Non ti par troppo?
IL PREFETTO
Troppo, sì....
LAUDISI (interrompendo) Per una seconda moglie qualunque!
IL PREFETTO (subito)
Ammettiamolo. Troppo, sì. - Ma anche questo però, scusate - se non con la
generosità - può spiegarsi ancora
benissimo con la gelosia. E che sia geloso - pazzo o non pazzo - mi pare che
non si possa mettere neppure in discussione....
Si ode a questo punto dal salotto un clamore di voci
confuse.
AGAZZI Oh....
- e che avviene di là?
SCENA SETTIMA
DETTI, la SIGNORA AMALIA
AMALIA (entra
di furia, costernatissima, dall'uscio a sinistra, annunziando) La signora
Frola! La signora Frola è qua!
AGAZZI No!
Perdio, chi l'ha chiamata?
AMALIA
Nessuno! È venuta da sé!
IL PREFETTO
No! Per carità! Ora? No! La faccia andar via, signora!
AGAZZI Subito
via! Non la fate entrare! Bisogna assolutamente impedirglielo!
SCENA OTTAVA
DETTI, la SIGNORA FROLA, TUTTI GLI ALTRI.
La signora Frola s'introduce tremante, piangente,
supplicante, con un fazzoletto in mano, in mezzo
alla ressa degli altri, tutti esagitati.
SIGNORA FROLA
Signori miei, per pietà! per pietà! Lo dica lei a tutti, signor
Consigliere!
AGAZZI Io le
dico, signora, di andar via subito! Perché qua lei, per ora, non può stare!
SIGNORA FROLA
(smarrita) E perché? perché?
Alla signora Amalia.
Mi rivolgo a lei, mia buona signora....
AMALIA Ma
guardi.... guardi, c'è qua il Prefetto.
SIGNORA FROLA
Oh! lei, signor Prefetto! Per pietà! Io volevo venire da lei!
IL PREFETTO
No, abbia pazienza, signora! Per ora io non posso darle ascolto. Bisogna
che lei vada!
SIGNORA FROLA
Sì, me ne vado! Me ne vado oggi stesso! Me ne parto, signor Prefetto!
per sempre me ne parto!
AGAZZI Ma no,
in questo momento, sia buona, basta che lei si ritiri. Mi faccia la grazia! Poi
parlerà col signor Prefetto!
SIGNORA FROLA
Ma perché?... Che cos'è? Che cos'è?
AGAZZI Deve
tornare subito qua suo genero, ecco! Ha capito?
SIGNORA FROLA
Ah! Sì?.... E allora, sì.... sì, mi ritiro.... mi ritiro subito! Volevo
dir loro questo soltanto: che per pietà, la finiscano! Loro credono di farmi un
bene, così, e mi fanno tanto male! Io sono costretta ad andarmene, così, a
partirmene oggi stesso! perché lui sia lasciato in pace! - Ma che vogliono, che
vogliono ora qua da lui? Che deve venire a fare qua lui?... - Oh, signor
Prefetto!
IL PREFETTO
Niente, signora, stia tranquilla! Stia tranquilla, e se ne vada, per
piacere....
AMALIA Via,
signora, sì! sia buona!
SIGNORA FROLA
Ah Dio, signora mia, loro mi priveranno dell'unico bene, dell'unico
conforto che mi restava: vederla almeno da lontano la mia figliuola!
Si mette a piangere.
IL PREFETTO
Ma chi glielo dice? Perché? Lei non ha bisogno di partirsene! Le diciamo
di ritirarsi ora per un momento. Stia tranquilla!
SIGNORA FROLA
Ma è per lui! per lui, signor Prefetto! Io sono venuta qua a pregare
tutti per lui, non per me!
IL PREFETTO
Sì, va bene.... E lei può star tranquilla anche per lui, gliel'assicuro
io. Vedrà che ora si accomoderà tutto....
SIGNORA FROLA
E come? E come? Li vedo qua tutti accaniti addosso a lui!
IL PREFETTO
No, signora! Non è vero! Ci sono qua io per lui! Stia tranquilla!
SIGNORA FROLA
Ah! Lei lo crede? Ah, grazie! Vuol dire che lei ha compreso....
IL PREFETTO
Sì, sì, signora, io ho compreso....
SIGNORA FROLA
E io l'ho detto qua, a tutti questi signori.... È una disgrazia già
superata.... veda! su cui non bisogna
più ritornare....
IL PREFETTO
Sì, va bene, signora.... Se le dico che io ho compreso!
SIGNORA FROLA
Ecco, sì, signor Prefetto! Se ci costringe a vivere così - non importa!
Non ci fa niente! Perché noi siamo contente.... La mia figliuola è contenta
così, e questo mi basta!... - Ci pensi lei, ci pensi lei.... perché, se no, non
mi resta altro che andarmene, proprio! e non vederla più, neanche così da
lontano.... Lo lascino in pace, per carità!
A questo punto, tra la ressa si fa un movimento
d'ansia e di sgomento, tutti fanno cenni, alcuni guardano verso l'uscio;
qualche voce repressa si fa sentire.
VOCI Oh
Dio.... Eccola.... Oh Dio....
SIGNORA FROLA
(notando lo sgomento, lo scompiglio, geme perplessa, tremante)
Che cos'è?... Che cos'è?
SCENA NONA
DETTI, la SIGNORA PONZA, poi il SIGNOR
PONZA.
Tutti si scostano da una parte e dall'altra per dar
passo alla signora Ponza che si fa avanti rigida, in gramaglie, col volto
nascosto da un fitto velo nero, impenetrabile.
SIGNORA FROLA
(cacciando un grido straziante di frenetica gioja ) Ah! Lina....
Lina.... Lina....
E si precipita e s'avvinghia alla donna velata, con
l'arsura d'una madre che da anni e anni non
abbraccia più la sua figliuola. Ma contemporaneamente, dall'interno, si
odono le grida del signor Ponza che si precipita sulla scena.
PONZA
Giulia!... Giulia!... Giulia!...
La signora Ponza, alle grida di lui, s'irrigidisce tra
le braccia della signora Frola che la cingono. Il signor Ponza s'accorge della
suocera così perdutamente abbracciata alla moglie, e inveisce, furente.
Ah! Questo hanno fatto! L'avevo detto io! Si sono
approfittati così, vigliaccamente, della mia buona fede?
SIGNORA PONZA
(volgendo il capo velato, quasi con austera solennità, verso il
marito) Non temere! - Non temere! Conducila via.... - Andate, andate....
SIGNORA FROLA
(si stacca subito, da sé, tutta tremante, umile, dall'abbraccio, e
accorre, premurosa, a lui) Sì, sì.... andiamo, caro, andiamo....
andiamo....
E tutti e due abbracciati, carezzandosi a vicenda, tra
due diversi pianti, si ritirano. Silenzio. Dopo aver seguito con gli occhi fino
all'ultimo i due, tutti si rivolgono ora sbigottiti e commossi alla signora
velata.
SIGNORA PONZA
Che altro possono voler da me, dopo questo, lor signori? Qui c'è una
sventura, come vedono, che deve restar nascosta, perché solo così può valere il
rimedio che la pietà le ha prestato.
IL PREFETTO (commosso)
Ma noi vogliamo, vogliamo rispettar la pietà, signora.... Vorremmo però che lei
ci dicesse....
SIGNORA PONZA
Che cosa? la verità: è solo questa: che io sono, sì, la figlia della
signora Frola, - e la seconda moglie del signor Ponza; sì, e per me nessuna!
nessuna!
IL PREFETTO
Ah, no, per sé, lei, signora, sarà l'una o l'altra!
SIGNORA PONZA Nossignori. - Per me, io sono colei che mi si crede!
Guarda, attraverso il velo, tutti, fieramente, e si
ritira. Un silenzio.
LAUDISI Ecco,
o signori, come parla la verità!
Volge attorno uno sguardo di sfida derisoria.
Siete contenti?
Scoppia a ridere
Ah! ah! ah! ah!
Tela